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Febbre a 39 per un ascesso al dente: bimbo di 7 anni indirizzato al reparto Covid

Febbre a 39 per un ascesso al dente. Un’infezione che per un bambino di 7 anni è stata un incubo. Per sua madre, invece, l’incubo è stata la possibilità che il suo bambino fosse ricoverato nel reparto di malattie infettive. “Non aveva alcun sintomo di Coronavirus. In un altro centro è stato sottoposto a due tamponi risultati negativi. Sporgeremo denuncia”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Due incubi diversi: per il bambino di 7 anni, il dolore legato a un ascesso al dente, per la madre la possibilità che il figlio fosse ricoverato nel reparto di malattie infettive a causa della sua febbre a 39 gradi. "Era dovuta all'ascesso – spiega, chiedendo di rimanere anonima – ma i medici hanno voluto seguire le procedure anti Covid e disporne il ricovero nel reparto nonostante non vi fosse alcuna evidenza di sintomi da Coronavirus". In realtà, la procedura sanitaria era legata alla temperatura: il bambino, avendo 39 di febbre, secondo la norma avrebbe dovuto entrare nel reparto per evitare contagi. Ma la mamma sostiene che il piccolo avesse un gonfiore evidente alla guancia destra e che il suo problema fosse chiaramente lontano dal Covid. "Ho chiesto un tampone e non mi è stato concesso. Un medico ci ha consigliato di andare a casa, curare la febbre e poi andare dal dentista" racconta ancora la madre.

Per questo, la donna ha deciso di portare il figlio con 40 di febbre al pronto soccorso pediatrico di Villa Sofia. "Il mio bambino soffre di disturbi ai denti da quando aveva un anno e lo avevo spiegato in ospedale" racconta la signora. Poco dopo le 15 del 23 dicembre, il bimbo è stato visitato d'urgenza al Villa Sofia e i medici hanno disposto il tampone rapido. Il piccolo è risultato negativo sia al primo tampone che a quello molecolare. Il bimbo è stato ricoverato fino alla sera del 24 dicembre. Nel reparto di Odontostomatologia un altro medico ha fatto drenare il dente interessato dall'ascesso e al piccolo è stato somministrato un antibiotico in vena. La febbre è scesa dopo qualche ora, ma il bimbo è rimasto in osservazione. "Il medico mi ha spiegato che mio figlio avrebbe rischiato conseguenze peggiori se avessimo aspettato ancora, perché l'infezione era grave e poteva coinvolgere anche l'occhio. Per questo abbiamo deciso di presentare una denuncia per omissione di soccorso: siamo in un momento particolare, ma non si può lasciare alla porta un bambino con evidenti segni non riconducibili al Covid".

Anche i vertici dell'ospedale Di Cristina si preparano a fare accertamenti su quanto successo. "Non risulta una segnalazione specifica a questa direzione aziendale sul fatto. Non appena saranno acquisite maggiori notizie, con sufficienti elementi di ricognizione, disporremmo alla direzione medica di presidio il necessario approfondimento sui fatti relativi alla supposta carenza assistenziale", dice il direttore sanitario dell'Ospedale dei bambini, Salvatore Requirez.

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