Eternit, l’accusa passa da omicidio volontario a colposo. Scattano le prescrizioni

Non sarebbe stato un omicidio volontario, ma colposo. Il processo Eternit che vede coinvolto, tra gli altri, l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ultimo patron in vita dell'azienda di Casale Monferrato, già condannato a 18 anni di carcere dalla Corte d'Appello di Torino per il disastro ambientale e poi prosciolto per intervenuta prescrizione, sembra ormai aver preso una piega inaspettata, che potrebbe portare a un nulla di fatto e lasciare le varie vittime senza giustizia. Nella giornata di oggi, infatti, il gup Bompieri ha derubricato l'accusa a carico di Stephan Schmidheiny da omicidio volontario a colposo, nonostante le insistenze del pubblico ministero Gianfranco Colace che da tempo premeva affinché gli imputati venissero rinviati a giudizio per la prima ipotesi d'accusa: omicidio volontario di 258 persone decedute tra il 1989 e il 2014 a causa della sistematica violazione delle norme di sicurezza che la dirigenza avrebbe dovuto applicare per salvare la vita dei propri operai.
Per la morte di due torinesi, il gup Bompieri ha decretato dunque il rinvio a giudizio con un altro capo d'accusa, ma per parte dei restanti 256 sono invece già scattate le prescrizioni e ha inoltre smembrato i rimanenti casi in tre diverse Procure italiane: 8 a Napoli per le vittime di Bagnoli, 2 a Reggio Emilia e i restanti a Vercelli. Con la derubricazione del capo d'accusa a omicidio colposo plurimo aggravato da colpa cosciente, infatti, non solo il processo va verso una completa riscrittura, ma rischia di finire nel nulla causa prescrizione. L'omicidio volontario, infatti, è imprescrittibile per l'ordinamento italiano, ma ciò non vale nel caso del delitto colposo. Inoltre, con lo smembramento del caso giudiziario in diverse procure, l'iter giudiziario dovrà praticamente ricominciare da capo, i giudici dovranno studiarsi approfonditamente il caso e ripartire dalle udienze preliminari e decidere se supportare l'ipotesi d'accusa del Pm Colace o del Gup Bompieri. Insomma, se da un lato il rischio prescrizione incombe, dall'altro lato i tempi di giudizio si allungano sensibilmente.
Secondo il legale di Schmidheiny, le decisione del gup rappresentano "una grossa vittoria. La mostruosità di un soggetto che avrebbe avuto la volontà di provocare tanti morti è crollata". Di diverso avviso, ovviamente, è il pubblico ministero Colace, che ha però conservato un po' di ottimismo: "Un po’ di amarezza c’è: siamo soddisfatti, aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza poi vedremo se ricorrere in appello". Le parti civili interessate dal procedimento, invece, mostrano grande disappunto: "Una grande tristezza e amarezza. Manca ancora una cultura giuridica tale da acquisire il dolo nella criminalità di impresa", sostenute dal sindaco di Casale Monferrato Titti Palazzetti che ha commentato: "Nonostante lo sconcerto, continueremo a lottare per avere giustizia. Lotteremo non solo per il rispetto delle vittime di questa tragedia ma anche per il futuro nostro e dei giovani".