Eredità Agnelli, spunta il testamento nascosto dell’Avvocato: “Ultime volontà ignorate”

Un nuovo capitolo si apre nella lunga e complessa battaglia legale sull’eredità Agnelli. Al centro del processo civile in corso a Torino, che vede contrapposti Margherita Agnelli ai figli John, Lapo e Ginevra Elkann, è spuntata la copia di un testamento olografo di Gianni Agnelli datato 20 gennaio 1998.
Il documento, rinvenuto e sequestrato dalla Guardia di Finanza durante le perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta penale sull’eredità di Marella Caracciolo, è stato depositato dai legali di Margherita e potrebbe assumere un peso decisivo sul piano civile. In quell’atto, l’Avvocato disponeva che la sua quota del 25% nella società semplice Dicembre fosse attribuita al figlio Edoardo, morto suicida nel 2000. “Sono sicuro che i miei congiunti accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione”, si legge nel testo.
Secondo i legali di Margherita, questa volontà contraddice la narrazione secondo cui l’Avvocato avrebbe scelto fin da allora di destinare quel pacchetto di partecipazioni al nipote John, designandolo come successore. A loro avviso, dopo la morte di Edoardo, quella quota sarebbe dovuta passare agli eredi legittimi, cioè a Margherita stessa e alla madre Marella Caracciolo. Una ricostruzione che, se confermata, metterebbe in discussione l’attuale assetto della Dicembre, cuore del controllo sull’impero economico della famiglia, oggi detenuta al 60% da John e al 20% ciascuno da Lapo e Ginevra.
La difesa dei fratelli Elkann ha reagito con fermezza, sostenendo che “il presunto testamento prodotto in copia fotostatica non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né su quella Caracciolo, e quindi non modifica l’assetto proprietario della società Dicembre”. Gli avvocati ricordano che al momento della morte dell’Avvocato, nel 2003, Edoardo era già deceduto: le quote passarono dunque a Marella e Margherita, e l’accordo transattivo del 2004 definì definitivamente la questione, con l’uscita di Margherita dalla compagine. Inoltre, dopo oltre vent’anni, qualsiasi pretesa su quel patrimonio sarebbe ormai estinta.
Il testamento del 1998 si inserisce in un intricato mosaico di carte e disposizioni. Finora erano note tre schede manoscritte del 2003, che non facevano cenno diretto alla Dicembre, e la cosiddetta “lettera di Monaco” del 1996, in cui l’Avvocato manifestava l’intenzione di indicare John Elkann come suo erede nella gestione del gruppo. Tuttavia, quella lettera non aveva valore formale di testamento e oggi potrebbe essere messa in discussione proprio dalla nuova scoperta.
Il documento è emerso durante le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio, che hanno ipotizzato a vario titolo evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato. Nell’inchiesta sono stati acquisiti anche altri atti e, secondo la Procura, John Elkann avrebbe versato circa 183 milioni di euro al Fisco per chiudere il contenzioso. La decisione finale sulla richiesta di archiviazione è attesa per il 27 ottobre.
Sul fronte civile, invece, sarà il tribunale a stabilire la validità e l’efficacia del testamento del 1998, valutando se sia autentico, non revocato e ancora vincolante. Se così fosse, le conseguenze potrebbero essere significative, tanto sul piano patrimoniale quanto sul piano simbolico: la questione del “testamento nascosto” solleva infatti dubbi non solo sull’assetto proprietario della Dicembre, ma anche sulla fedeltà con cui negli anni sarebbero state rispettate le ultime volontà dell’Avvocato.
Quel foglio datato 20 gennaio 1998, rimasto nell’ombra per quasi tre decenni, rischia ora di riaccendere con nuova forza una delle dispute familiari e patrimoniali più seguite d’Italia.