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“Era ricco, ma mi ha costretto a una vita di stenti”. E spinge l’amante a tentare di uccidere il marito

L’uomo era già stato arrestato a febbraio dopo aver ferito il rivale con una coltellata al collo. La donna aveva conosciuto l’amante mentre lavorava come badante della moglie, poi morta, dello stesso esecutore materiale dell’aggressione. Voleva vendicarsi perché l’uomo le avrebbe tenuto nascosto di aver accumulato una importante somma di denaro.
A cura di Biagio Chiariello
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Il suo obiettivo era liberarsi del marito per andare a vivere con l'amante. I due, di 49 e 54 anni di Andria, sono stati arrestati per tentato omicidio in concorso: avevano prima provato a contattare qualcuno per uccidere la vittima, ma non trovandolo hanno deciso di agire da soli. Stando a quanto ricostruito la donna voleva anche vendicarsi perché il marito le avrebbe tenuto nascosto di aver accumulato una importante somma di denaro.

L'aggressione

Le indagini sono partite da una segnalazione della stessa vittima, una guardia giurata, giunta ferita presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Andria. L'uomo era stato aggredita da un soggetto a volto coperto che, dopo essersi introdotto nella sua auto dal lato passeggero, dapprima lo aveva minacciato di morte in dialetto locale e e poi lo aveva colpito al collo con un coltello. La guardia giurata però non era stata a guardare: era riuscita a difendersi mettendo in fuga l'aggressore a cui era anche riuscito a sfilare il cappuccio che gli copriva il volto, riconoscendolo. Le indagini avevano subito portato al 54enne nella cui abitazione erano stati trovati vestiti e scarpe sporchi di sangue.

"Una vita di stenti e sacrifici"

L'uomo aveva ammesso le sue responsabilità escludendo di avere avuto complici ed era stato arrestato l'otto marzo mentre la moglie della vittima, ex badante della defunta moglie dell’esecutore materiale dell’aggressione, sabato scorso. Entrambi sono in carcere. La donna ha raccontato di aver agito dopo aver scoperto che il coniuge disponeva di un’ingente somma di denaro di cui le aveva taciuto l’esistenza costringendola, a suo dire, ad una "vita di stenti e sacrifici".

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