Enna, padre e figlia muoiono di Covid nell’arco di 48 ore: erano vaccinati con una sola dose
Padre e figlia – entrambi vaccinati con una sola dose – sono morti di Covid nell'arco di 48 ore. È successo a Nicosia, in Sicilia, dove martedì 17 agosto ha perso la vita a 83 anni Gioacchino Venuta e oggi la stessa sorte è toccata alla figlia Annamaria, di 48 anni. Il virus aveva contagiato praticamente l'intero nucleo familiare in una città che, su 13 mila abitanti, conta almeno 48 positivi da variante Delta e dieci morti dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Il sindaco Nicosia Luigi Bonelli ha commentato: "Il virus, come si può purtroppo vedere è ancora pericolosissimo e uccide. Abbiamo tutti il dovere di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari e di tutta la nostra comunità. Prego quanti abbiamo avuto disposizione di quarantena di osservarla scrupolosamente".
Primario di Catania: "Situazione nerissima, tutta colpa dei non vaccinati"
La situazione è però complessa in tutta la Sicilia, da giorni prima regione italiana per numero di contagi e dove anche i ricoveri sono in aumento. Sandro Distefano, primario di Pneumologia all'ospedale Cannizzaro di Catania, ha lanciato un allarme sull'aumento delle ospedalizzazioni e dei casi anche gravi, tutti tra i non vaccinati. Intervistato da La Sicilia il medico ha spiegato: "La situazione è già caldissima adesso. E ancora non siamo neanche a fine agosto. Nel reparto non ho più alcun posto. Sono pieno. E lo stesso sta accendendo anche ai miei colleghi del Cannizzaro. Il primario Iacobello ha soltanto pochi letti ancora liberi. E lo stesso sta avvenendo negli altri ospedali". La situazione "è nerissima. Ed è tutta colpa dei non vaccinati. È inutile negarlo. Io in reparto ho soltanto persone non vaccinate. Ma soprattutto ho pazienti tutti gravi con polmoniti molto severe, tanto che spesso dobbiamo ricoverare persone in rianimazione . E a Catania ormai scarseggiano i posti nelle terapie intensive. Si tratta di persone che hanno messo a rischio la propria vita come degli stupidi. Dico che arrivare a tutto ciò per noi medici significa rasentare l’imbecillità".