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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Elena Ceste, il marito dal carcere: “Tanta ipocrisia, ma la verità verrà a galla”

In carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie Elena Ceste, Michele Buoninconti si è sfogato in una lettera: “Ai funerali hanno cambiato la lettera del bambino per cancellare la parola papà”.
A cura di Susanna Picone
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È stato arrestato lo scorso 29 gennaio, mentre i suoi figli erano a scuola, e da allora è rinchiuso nel carcere di Quarto d’Asti con l’accusa di aver ucciso sua moglie, Elena Ceste, scomparsa dalla casa di Costigliole d’Asti esattamente un anno prima e ritrovata cadavere a ottobre. E dal carcere Michele Buoninconti, vigile del fuoco di 45 anni, continua a ribadire la sua innocenza. Ieri i suoi legali hanno presentato la richiesta di scarcerazione per Buoninconti e il tribunale del Riesame si è riservato la decisione sull’istanza. Lui, nel frattempo, ha scritto una lettera, riportata oggi dal quotidiano Repubblica. Una lettera in cui Buoninconti si sfoga e attacca. Parla della “verità che non si può nascondere” e, tra le altre cose, di un figlio usato contro di lui. “La verità non si può nascondere. Prima o poi verrà fuori. Per il momento l'hanno voluta occultare. Uso lo stesso termine che hanno usato loro: occultare il cadavere a cielo aperto. Si può o è solo ipocrisia? Che delusione per la cattiveria che si annida nel cuore dell'uomo”, scrive il marito di Elena Ceste.

La lettera di Michele Buoninconti dal carcere

Buoninconti nella sua lettera fa riferimento ai funerali di sua moglie Elena, celebrati a Govone qualche giorno dopo il suo arresto. Funerali, dunque, ai quali lui non ha potuto partecipare. “Sono rimasto profondamente deluso per ciò che è stato scritto. C'è tanta ipocrisia. Mi è venuta in mente la parabola del fariseo e del pubblicano, e non chiamatemi uomo di altri tempi solo perché leggo la Bibbia…”, così l’indagato parlando di quanto letto sui giornali dei funerali della moglie. “Vorrei conoscere ancor meglio la Bibbia per capire perché si è dovuta adattare una lettura cancellando la parola marito perché ritenuta maschilista. E l'ipocrisia non è finita: ha raggiunto il culmine quando hanno adeguato una lettera spontanea di un bambino col solo intento di togliere la parola papà. Di quella lettera ho l'originale. Immagino lo sforzo che ha dovuto compiere mio figlio nel leggere parole non sue e senza senso”, così l’uomo dal carcere. “Ditemi  –  ha aggiunto il marito di Elena  –  cosa significa ‘sei la stella più splendente in un cielo senza stelle’ sostituita alla frase ‘tu e papà eravate una bellissima coppia’. Preferisco essere quel pubblicano che ha pregato da lontano perché gli è stato negato di accompagnare la propria moglie nell'ultimo viaggio terreno e di porgerle l'ultimo saluto scritto in una lettera che non ho potuto leggere. Altrimenti vi avrebbe straziato il cuore”.

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