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È morto Lorenzo Bozano, il “biondino della spider rossa” condannato per l’omicidio di Milena Sutter

È morto nel pomeriggio di ieri 30 giugno Lorenzo Bozano, il “biondino della spider rossa” arrestato e poi condannato per il rapimento e l’omicidio della 13enne Milena Sutter. L’uomo, ormai 76enne, stava nuotando al largo di una spiaggia dell’Isola d’Elba ed è stato colto da un malore. Dal 2019 era in stato di semilibertà.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Morto per un malore Lorenzo Bozano, condannato all'ergastolo per il sequestro e l'omicidio di Milena Sutter, la figlia 13enne di un industriale svizzero naturalizzato italiano. Il rapimento avvenne il 6 maggio del 1971 a Genova, all'uscita della Scuola Svizzera. Bozano è morto nel pomeriggio di ieri 30 giugno all'età di 76 anni. L'uomo stava nuotando al largo dell'Isola d'Elba quando ha avuto un malore. A stento è riuscito a trascinarsi sulla spiaggia di Bagnaia dove però è deceduto. Aveva ottenuto la semilibertà nel 2019 e scontava la sua pena proprio sull'isola. L'uomo era finito sotto inchiesta dopo che alcuni testimoni oculari avevano segnalato la sua presenza davanti alla scuola della 13enne. Da subito aveva negato il rapimento, ma fu arrestato quando gli investigatori ritrovarono il corpo della giovane vittima a Priaruggia.

Il caso Sutter

Milena avrebbe dovuto tornare a casa per una lezione privata di storia fissata per le 17.30. A casa però non tornò mai. Secondo i medici legali, la ragazzina fu uccisa il giorno stesso del rapimento, tra le 18 e le 18.30. Il corpo fu prima sepolto  nella zona di Quarto dei Mille a Genova e poi disseppellito 24 ore dopo. Il giorno successivo al rapimento, la famiglia Sutter ricevette la chiamata anonima del rapitore che chiedeva 50 milioni di lire per la vita di Milena. "Se la rivolete viva, prima aiuola Corso Italia". Poi però più nulla, anche se i familiari si erano dichiarati disponibili a pagare la cifra richiesta.

Il corpo di Milena fu ritrovato due settimane dopo in mare, con addosso sei piombi di una tuta da sub. Il cadavere della 13enne era irriconoscibile, scarnificato dopo dieci giorni di permanenza in acqua. Lorenzo Bozano venne arrestato la sera stessa del ritrovamento del cadavere. Nei giorni precedenti, le indagini avevano seguito una pista precisa basata sui racconti di testimoni oculari che avevano raccontato di aver visto l'auto rossa dell'allora 25enne nei pressi della scuola frequentata dalla ragazzina. L'indagato era il figlio di un funzionario della compagnia di navigazione di Costa Crociere e fu denunciato proprio dal genitore che era convinto fosse "capace di qualsiasi delitto".

Secondo il padre, infatti, Lorenzo era un "cinico e bugiardo con una forse pulsione sessuale". Dopo l'arresto, i compagni di scuola della vittima furono interrogati riguardo alle sembianze dell'uomo avvistato nei pressi dell'Istituto. Nessuna delle amiche di Milena riconobbe Bozano mentre solo una trentina di studenti dichiarò di aver riconosciuto proprio il 25enne. Secondo la difesa, le descrizioni circa il "biondino della spider rossa" erano molto diverse dalle sembianze dell'uomo arrestato.

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Le sentenze

Bozano fu dapprima assolto in primo grado nel 1973 per mancanza di prove schiaccianti e poi, nel 2005,  fu condannato all'ergastolo con l'imputazione di rapimento a scopo di estorsione, omicidio con azione di strozzamento e occultamento di cadavere. La condanna venne confermata dalla Corte di Cassazione nel 1976. Bozano fuggì in Francia, poi in Africa e poi nuovamente in Francia dove fu arrestato nel 1979. Le autorità francesi non concessero l'estradizione in Italia, rilasciandolo però alle autorità Svizzere. La polizia cantonale ginevrina lo condusse nel carcere di Ginevra fino all'estradizione in Italia. Nel nostro Paese Bozano ottenne la semilibertà nel 1989, perdendo poi i permessi premio nel 1997, con il tentativo di molestie a una ragazzina di 16 anni. Per questo reato fu condannato a due anni di carcere nel 1999 e fino al 2002 non ha più potuto richiedere permessi. L'uomo era stato posto in regime di semilibertà nel 2019.

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