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Duplice omicidio di Pordenone, il padre di Trifone: “Ecco perché mio figlio è stato ucciso”

Parla dopo un lungo silenzio il papà di Trifone Ragone, il militare 28enne ucciso insieme con la fidanzata Teresa Costanza a Pordenone nel marzo del 2015.
A cura di Antonio Palma
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"Trifone mi aveva detto che qualcuno minacciava Teresa e che lo avrebbe denunciato appena si fosse trasferito a Milano.  Solo dopo la sua morte ho capito che si riferiva a Giosuè", così per la prima volta dopo un lungo silenzio, il papà di Trifone Ragone, il militare 28enne ucciso insieme con la fidanzata Teresa Costanza a Pordenone nel marzo del 2015, racconta le rivelazioni fatte dal figlio pochi giorni prima di rimanere vittima del duplice omicidio di Pordenone. In una intervista esclusiva al settimanale Giallo, Francesco Ragone infatti ha raccontato la confidenza del figlio, puntando il dito contro Giosuè Ruotolo, il commilitone di Trifone unico imputato nel processo per l'omicidio della coppia di fidanzati ma che si è sempre proclamato innocente.

Secondo l'uomo, Trifone Ragone  sarebbe stato ucciso proprio per evitare che sporgesse denuncia contro lo stalker o gli stalker della sua fidanzata, da tempo presa di mira attraverso Facebook. "Al telefono mio figlio mi ha detto: ‘Ho già parlato con un amico che presta servizio in polizia postale a Milano. Il tempo di arrivare là e faccio la denuncia' ”, ha raccontato Francesco Ragone, sottolineando come il figlio sia stato ucciso poco prima di arrivare al passo decisivo.

"Trifone non ha fatto nomi e solo in un secondo momento ho capito a chi si riferiva", ha tenuto a spiegare  il padre, che però alla luce delle prove portate in processo, punta il dito contro Giosuè Ruotolo. Contro il militare si scaglia anche la madre di  Trifone, secondo la quale però dovrebbero essere processati anche i due suoi coinquilini, che dopo aver fatto finta di non sapere nulla, hanno parlato e hanno fatto incastrare Ruotolo. La donna sostiene che con le loro iniziali bugie, che avevano l'intento di proteggere l'amico, abbiano depistato le indagini e rallentato il lavoro degli inquirenti.

Proprio tra Ruotolo e i due coinquilini ci sarà un faccia a faccia in aula nei prossimi giorni. Le domande verteranno proprio sul profilo Facebook Anonimo, usato per inviare messaggi molesti a Teresa Costanza e farle credere che il fidanzato Trifone avesse un’amante. Secondo l'accusa, Ragone scoprì che dietro il finto profilo c’era Ruotolo e tra i due ci fu un duro scontro con minacce di denuncia e forse un pestaggio. Ed è proprio lì che, secondo l’accusa, si nasconderebbe il movente del duplice omicidio.

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