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Coppia uccisa a Pordenone, Ruotolo ammette: “Scrivevo a Teresa perché Trifone la tradiva”

Giosuè Ruotolo, unico accusato del delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, ha ammesso in aula di aver scritto lui alla donna i messaggi provenienti dal profilo Facebook “Anonimo Anonimo”. Ha negato invece di aver mai litigato con Trifone.
A cura di Susanna Picone
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Va avanti il processo per gli omicidi di Trifone Ragone e Teresa Costanza. È oggi il giorno di Giosuè Ruotolo, unico accusato del duplice omicidio avvenuto la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. L'udienza è iniziata alle 9.30 in Corte d'assise a Udine. Dopo aver salutato i genitori Elda e Alfonso, Giosuè Ruotolo ha detto di voler rispondere alle domande ed è iniziato l'interrogatorio da parte del pm Pier Umberto Vallerin. Ruotolo, militare campano ed ex coinquilino di Ragone, ha risposto alle domande incalzanti del pubblico ministero e lo ha fatto ribadendo più volte che tra lui e la vittima non ci sarebbe mai stato un litigio. “Io con Trifone non ho mai litigato”, è quanto ha ripetuto Ruotolo davanti alla corte parlando solo di alcuni screzi ma nulla di più. Il pm ha posto all’indagato diverse domande sui rapporti con i due ragazzi uccisi nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone, di come erano e come sono cambiati nel tempo. Gli ha anche chiesto le ragioni per cui dalla fine del 2013 non ci sono stati più messaggi e telefonate.

I messaggi inviati su Facebook a Teresa Costanza – Giosuè Ruotolo ha negato quindi i litigi ma ha ammesso di aver scritto lui a Teresa Costanza i messaggi provenienti dal profilo Facebook “Anonimo Anonimo”: ha però affermato che l’idea sarebbe stata dei coinquilini. Nel profilo Facebook Giosuè si fingeva Annalisa, “il nome di una ragazza che aveva avuto Trifone, l'unica che conoscevamo tutti e tre”. Lo scopo della finta ex era di mettere in guardia Teresa dai tradimenti di Trifone. Alla domanda del pm sul perché allora i coinquilini hanno detto che Trifone aveva chiesto conto dei messaggi di “Anonimo Anonimo” a tutti loro perché nel testo c'erano particolari che solo loro potevate sapere, Ruotolo ha rispedito al mittente l'accusa: “Chiedetelo a loro, sono assurdità di cui io mi sono sorpreso quando le ho sentite qui in aula. In caserma si sa sempre tutto, perfino di un succhiotto dietro il collo. Figuriamoci se non si sarebbe saputa una lite con Trifone. Potete chiederlo a chiunque”.

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