Drogava il marito e obbligava la figlia a inviare foto hard a un uomo conosciuto sui social: indagata 46enne
È accusata di aver somministrato ansiolitici al marito e di aver costretto la figlia minorenne a inviare foto hard a un uomo conosciuto sui social. Per questo una donna di 46 anni e il suo compagno virtuale sono stati indagati con le accuse di atti sessuali con minorenni e pornografia minorile
Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, sul caso è stata aperta un’inchiesta dalla pubblico ministero della procura di Lecce, Erika Masetti. Per chattare liberamente con l'uomo di cui si era infatuata, un 52enne residente in Lombardia, pare che la madre della minore somministrasse al marito cinque pastiglie di ansiolitici nel caffè di giorno e altre cinque di sera.
Al 52enne aveva fatto conoscere la figlia, all'epoca 16enne, che si era trovata a vivere un vero inferno. La madre infatti l’avrebbe obbligata a sentirsi con quest’uomo al telefono a intervalli di un’ora e mezzo durante il giorno e a partecipare a videochiamate in cui sarebbe stata costretta a compiere atti di autoerotismo e a inviargli foto hard, come riportato in denuncia. Le immagini sarebbero state, in soli 3 anni, oltre 10mila.
A scoprire quanto stava accadendo è stato proprio il padre della ragazza che ha trovato sul telefonino della figlia le chat tra lei, la madre e il 52enne. L'uomo, secondo quanto appurato dalle indagini, avrebbe adescato in passato altre donne e ragazzine. Pare inoltre che avesse anche installato sul cellulare della minore programmi con cui poter localizzare il suo cellulare in qualsiasi momento.
La 46enne assecondava tutte le richieste dell'uomo pur di mantenere una relazione a distanza. Dopo aver denunciato i fatti, la ragazza, assistita dall’avvocata Paola Scialpi, ora vive con il padre, che nel frattempo ha dovuto seguire una terapia per disintossicarsi dall’abuso inconsapevole di ansiolitici. La madre invece, è andata a vivere da alcuni parenti e il prossimo 5 febbraio, affiancata dall’avvocato Antonio Palumbo, sarà interrogata dalla pm, che ha già ascoltato il racconto della figlia.