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Dramma sul Monte Breithorn, salva l’amico dalla caduta ma sprofonda nel crepaccio e muore

La terribile ricostruzione degli ultimi drammatici istanti di vita di Maciej Jacek Szopa, l’alpinista polacco di 42 anni morto nelle scorse ore sul Breithorn centrale, nel gruppo del Monte Rosa. “È caduto nel crepaccio per salvarmi. Io stavo per sprofondare e lui mi ha sostenuto” ha raccontato l’amico di cordata.
A cura di Antonio Palma
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caduto nel crepaccio per salvarmi. Io stavo per sprofondare e lui mi ha sostenuto ma così facendo ha fatto crollare il ponte di neve ed è precipitato nel vuoto", è la terribile ricostruzione degli ultimi drammatici istanti di vita di Maciej Jacek Szopa, l'alpinista polacco di 42 anni morto nelle scorse ore sul Breithorn centrale, nel gruppo del Monte Rosa a 3.900 metri di quota al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte, dopo essere caduto in un crepaccio. A raccontare quanto accaduto nel pomeriggio di giovedì l'amico ucraino ma residente in Polonia della vittima. I due, alpinisti esperti, procedevano insieme in cordata per una scalata quando è avvenuta la tragedia. "Eravamo legati in conserva, lui procedeva dietro di me. Quando il ponte di neve ha ceduto io mi sono salvato ma lui è precipitato" ha spiegato ai soccorritori il sopravvissuto, aggiungendo sconsolato: "Ho provato a estrarlo, ma la corda era molto lunga e non ce l'ho fatta a tirarlo fuori".

Secondo la ricostruzione, i due amici erano stati impegnati per l'intera giornata a scalare diverse vette ed erano molto stanchi quando è avvenuta a tragedia, intorno alle 16 di giovedì. Gli alpinisti stavano rientrando verso Plateau Rosa, da dove poi sarebbero scesi a Cervinia, dove alloggiavano in un residence. Durante il ritorno qualcosa però è andato storto. Il sopravvissuto è scivolato, l'amico lo ha sorretto ma nello sforzo ha fatto cedere il “ponte” di neve in superficie ed è finito nel crepaccio che taglia il ghiacciaio in obliquo. Szopa è rimasto incastrato a oltre 25 metri di profondità. Lì lo hanno trovato dopo ore di ricerca gli uomini del Soccorso alpino valdostano e del Soccorso alpino della guardia di finanza. Viste le dimensioni ristrette della fessura di ghiaccio che si restringe verso il basso, i soccorsi hanno dovuto procedere con calma aprendosi un varco con l'impiego di motosega e demolitore. Secondo il medico legale, il trauma cranico riportato fa pensare a una morte sul colpo o comunque avvenuta in stato di incoscienza. La salma dell'uomo è stata trasferita nella camera mortuaria di Valtournenche

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