Dopo Sanremo, c’è Varazze: furbetti del cartellino, timbrano in mutande e vanno a dormire

Timbravano il cartellino in Comune e poi se ne tornavano a casa a dormire. Ma non era tutti così fannulloni: qualcuno infatti se ne andava a coltivare l'orto o a fare lavori di casa. Succedeva a Varazze con la Procura della Repubblica di Savona che ha appena chiuso un'inchiesta ipotizzando il reato di truffa nei confronti di tre dipendenti comunali, uno dei quali nel frattempo è andato in pensione. Il sindaco, Alessandro Bozzano, ha avviato a carico dei tre un procedimento disciplinare.
Timbravano anche in mutande
Secondo le indagini, che si sono avvalse di servizi di osservazione e delle immagini riprese da telecamere nascoste, i dipendenti furbetti, dopo aver timbrato il cartellino in entrata, a volte in mutande (come succedeva anche a Sanremo) uscivano dal comune per dedicarsi alle loro faccende personali: la coltivazione, la spesa, il relax. Ma c’è anche chi in quel ‘tempo libero’, andava a recuperare rame dai cassonetti per rivenderlo. Da un’ora sino ad una decina di minuti stando ai filmati e ai pedinamenti dei carabinieri di Savona che per tre mesi, dal febbraio e dal maggio dell’anno scorso, hanno seguito e fotografato una dozzina di dipendenti comunali, come evidenzia anche il Secolo XIX.
Comune di Varazze: danno da 700 euro
"Dal Comune è partita la richiesta alla magistratura di atti e filmati relativi all'indagine dei carabinieri – ha spiegato il primo cittadino di Varazze, Bozzano – e ora è arrivato l'ok". Sembra che la stima del danno arrecato all'amministrazione comunale, con le loro ore di assenza dal lavoro in quel trimestre, è stata calcolata in circa 700 euro da carabinieri e Procura. Nei guai sono finiti nello specifico due giardinieri e un operaio. Per altri dieci dipendenti del comune di Varazze è arrivata invece l'archiviazione della magistratura per "la tenuità del fatto" visto che le loro assenze, delle pause per andare al bar, erano di pochi minuti.