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Covid 19

“Diverse Asl non sospendono i medici no vax”: Anelli (Fnomceo) lancia l’allarme

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo): “I medici no vax sono circa 1.500 su base nazionale. Riscontriamo però gravi difformità territoriali nell’applicazione della legge e nella loro sospensione. Ci sono province come Milano e Torino con, rispettivamente, 300 e 200 medici sospesi, e altre province, ad esempio Palermo e Bari, in cui i medici sospesi sono nell’ordine di pochissime unità”.
A cura di Davide Falcioni
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Secondo l'ultimo report dell'Istituto Superiore della Sanità sono in aumento le infezioni da Sars-Cov2 tra il personale sanitario: nell'ultima settimana, infatti, i contagi sono stati 371 rispetto ai 306 casi della settimana precedente, mentre il dato mensile parla di 1.444 infezioni. Dall'inizio della pandemia sono stati complessivamente 144.812 i casi di Covid registrati tra gli operatori sanitari, mentre i decessi tra i medici sono stati almeno 365. Sempre secondo l'ISS a partire dalla seconda metà di agosto il trend delle infezioni è in crescita proprio tra medici, infermieri e Oss. Ma qual è la ragione di questa impennata? Fanpage.it ne ha parlato con Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo).

Trecentosettantuno nuovi  contagi nell'ultima settimana, 1.444 negli ultimi 30 giorni. Perché si sta verificando una recrudescenza delle infezioni tra i sanitari?
Crediamo che non stia avvenendo nulla di straordinario: questo aumento lieve e continuo dei contagi è dovuto a fattori noti da mesi: l'efficacia dei vaccini non è del 100%, inoltre nel tempo si sta verificando un decadimento della protezioni verso le infezioni. Non è il caso di allarmarsi, ma dobbiamo comunque vigilare anche a causa del rischio che si diffonda in Europa la nuova variante Delta Plus, che ci dà qualche pensiero…

È necessario accelerare sulla terza dose?
Sì, è necessario accelerare sulla terza dose, proteggere medici, infermieri e Oss anche alla luce di un possibile aumento della pressione sugli ospedali nei mesi invernali. Naturalmente speriamo che ciò non avvenga, ma sarebbe grave non farsi trovare pronti. Ad ogni modo siamo fiduciosi: le dosi aggiuntive di vaccino si stanno già somministrando al personale sanitario, seppur con differenze tra regione e regione; non ci sono giunte al momento segnalazioni di inefficienze o ritardi significativi e il commissario straordinario Figliuolo ci ha ampiamente rassicurato sulla disponibilità di vaccini.

Le difficoltà, semmai, sono dovute ai medici che tuttora continuano a rifiutare il vaccino. Quanti sono?
Secondo i dati in nostro possesso sono circa 1.500 su base nazionale. Riscontriamo però gravi difformità territoriali nell'applicazione della legge, che riteniamo sia stata concepita in modo farraginoso perché demanda alle singole Asl sia i controlli che l'avvio dell'istruttoria necessaria per erogare la sanzione, ovvero la sospensione dall'esercizio della professione dei medici no vax. Questa norma si sta applicando malissimo: ci sono province come Milano e Torino con, rispettivamente, 300 e 200 medici sospesi, e altre province, ad esempio Palermo e Bari, in cui i medici sospesi sono nell'ordine di pochissime unità. La difformità territoriale mostra chiaramente la difficoltà da parte delle Asl a prendere provvedimenti nei confronti dei sanitari non vaccinati.

Perché pensate che stia accadendo? Anche tra i controllori potrebbero esserci scettici nei confronti dei vaccini?
Sì, potrebbe essere, ma crediamo che le ragioni siano soprattutto altre e molto più "pratiche": sospendere medici e infermieri può mettere in seria difficoltà l'erogazione delle prestazioni sanitarie in alcune aree del paese. Da qui l'inerzia delle Asl a intervenire. Per questo crediamo che il controllo debba essere affidato agli ordini professionali…

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