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Diventa mamma durante chemio e menopausa indotta a Foggia: sanitari padrini del piccolo Enea

La storia di Chiara, una giovane mamma pugliese di 28 anni che, nove mesi dopo quella grande sorpresa, non solo ha sconfitto il cancro ma ha messo al mondo il suo secondogenito Enea che ora avrà come padrini di battesimo proprio i sanitari che hanno curato la mamma alla Breast Unit del Policlinico di Foggia.
A cura di Antonio Palma
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Doveva a essere un semplice esame di routine durante le pesanti terapie seguite all’operazione chirurgica di rimozione di un cancro al seno ma con grande stupore di tutti, compresi i medici, ha scoperto di essere incinta contro ogni pronostico. È la storia di Chiara, una giovane mamma pugliese di 28 anni che, nove mesi dopo quella grande sorpresa, non solo ha sconfitto il cancro ma ha messo al mondo il suo secondogenito Enea che ora avrà come padrini di battesimo proprio i sanitari che hanno curato la mamma. Una storia a lieto fine ma totalmente inattesa visto che la donna si stava sottoponendo a cicli di cura che inducono alla menopausa forzata e persino la ginecologa le aveva confermato che non era possibile una gravidanza in quel momento.

“Enea è un miracolo. Una porta aperta sulla speranza, una nevicata in pieno agosto. È nato perché la vita e la natura sono state più forti del dolore e delle cure” commentano dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria "Ospedali Riuniti" di Foggia dove la 28enne residente a Manfredonia è stata seguita dalla Breast Unit del Policlinico coordinata dal dott. Marcello di Millo e tutta la sua equipe. Chiara ha scoperto di avere un cancro al senso quattro anni fa, una notizia che ovviamente ha sconvolto la sua vita ma anche quella dei famigliari: del marito e della sua prima bimba che ora ha sei anni e mezzo. La 28enne si è affidata ai medici dell’ospedale foggiano riuscendo, con il loro aiuto, a sconfiggere il male ma quello che nessuno si aspettava e che in quel calvario potesse nascere una nuova vita.

Quando Chiara ha scoperto di essere incinta, 15 mesi fa, era nel pieno delle cure oncologiche e della menopausa forzata così nessuno poteva ipotizzare quando poi avvenuto. “Non è possibile” è stata infatti la prima reazione sia dei medici che curavano il suo caso sia di tutti gli altri sanitari del polo ospedaliero. Enea invece aveva deciso di nascere a tutti i costi diventando il simbolo di una nuova speranza. “È arrivata una cosa bella e ce la siamo presi e basta” ha dichiarato Chiara. Il piccolo Enea è diventato così uno di famigliari per i sanitari tanto che i due genitori hanno deciso di chiede al dott. Di Millo e alla case manager del reparto di Senologia Chirurgica, Alessandra Ena, di essere padrino e madrina del piccolo l’8 dicembre quando ci sarà il suo battesimo.

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