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Naufragio del Bayesian a Palermo

Disastro Bayesian, il rapporto: i passeggeri hanno usato i mobili per scappare dalla morte

Sette morti, tra cui il miliardario Mike Lynch: il superyacht Bayesian affondò in pochi istanti al largo di Palermo. Il report del Marine Accident Investigation Branch (MAIB) ora rivela vulnerabilità strutturali ignote all’equipaggio. I passeggeri tentarono la fuga usando i mobili come scale. Tre gli indagati.
A cura di Biagio Chiariello
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"Il Bayesian non ha retto alla tempesta: è affondato". Con queste parole il rapporto preliminare del Marine Accident Investigation Branch (MAIB) descrive il destino tragico del superyacht ipertecnologico naufragato nella notte tra il 18 e il 19 agosto al largo di Porticello, in provincia di Palermo. A bordo del veliero, dotato delle più moderne tecnologie di navigazione, si consumò una tragedia che costò la vita a sette persone, tra cui il miliardario inglese Mike Lynch.

Il documento della MAIB, l’analisi tecnica più completa finora sul disastro, ricostruisce ciò che accadde in quelle ore drammatiche. Il Bayesian, secondo gli esperti, non aveva alcuna possibilità di salvarsi una volta inclinato oltre i 70,6 gradi. In quella posizione, il veliero non era più in grado di tornare in assetto. Il vento, che nella notte soffiava con raffiche superiori ai 63 nodi (oltre 117 km/h), ha fatto il resto. La forza della natura si è abbattuta su uno yacht che, paradossalmente, celava gravi debolezze strutturali e progettuali sconosciute persino a chi lo guidava.

“Vulnerabilità sconosciute”: la struttura instabile del Bayesian

Nonostante le indagini della Procura di Termini Imerese abbiano iscritto nel registro degli indagati il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchine Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith, il report della MAIB sembra parzialmente scagionarli: "Il comandante si era preparato a manovrare, i motori erano stati avviati e le pompe erano in funzione. Bayesian era pronto a muoversi. Tuttavia, né il comandante né l’equipaggio potevano essere a conoscenza delle vulnerabilità dello yacht".

Una frase ricorre più volte nel documento degli inquirenti britannici: “Quelle fragilità non erano indicate nel manuale di stabilità di bordo”. Un’assenza fatale, che ha impedito di prevedere il comportamento dell’imbarcazione in caso di emergenza. Il vento, l’altezza dell’albero maestro, la conformazione dello scafo e la disposizione dei pesi: tutti fattori che, combinati in modo sbilanciato, hanno trasformato il veliero in una trappola mortale.

Intanto, proprio questa mattina – condizioni meteo permettendo – è previsto il ritorno delle operazioni di recupero del relitto. La Tmc Marine, società incaricata del recupero, aveva interrotto i lavori dopo la tragica morte di un sub olandese nei giorni scorsi. “Tutti i soggetti coinvolti sono stati profondamente colpiti da quanto accaduto – ha dichiarato Marcus Cave, direttore della Tmc Marine – ma resta l’impegno a portare a termine il progetto, garantendo massima collaborazione alle autorità che indagano sul disastro”.

Gli ultimi istanti a bordo: mobili usati come scale per fuggire

Il rapporto della MAIB ricostruisce anche i drammatici istanti vissuti a bordo dopo il capovolgimento. I sopravvissuti raccontano di passeggeri che, nel buio e nel caos, cercavano di arrampicarsi usando i mobili come scale improvvisate, mentre altri venivano scaraventati sul ponte o in mare. “Persone, oggetti e arredamento volavano ovunque. Un marinaio di guardia fu sbalzato fuori bordo mentre cercava di dare l’allarme”, si legge.

Una tragedia che sembra il frutto di una somma di errori, imprevisti e limiti strutturali. “Non vi erano segni di allagamento – spiega ancora il rapporto – fino a quando l’acqua non superò il parapetto di dritta. A quel punto penetrò violentemente negli spazi interni, attraverso le scale, inondando tutto in pochi secondi”.

Le indagini proseguono. L’anatomopatologo Filippo Pirani è stato incaricato di eseguire gli accertamenti medico-legali, mentre si attendono ulteriori rilievi sullo scafo. Ma un dato sembra già cristallino: quella notte, il Bayesian non fu abbattuto solo dal mare, ma anche da ciò che nessuno aveva previsto. O forse, da ciò che non si volle vedere.

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