Dieci centesimi per tagliare la brioche a metà: bufera social per una pasticceria trevigiana

Una normale colazione si è trasformata in un piccolo terremoto mediatico per la pasticceria Audrey di Piazza Grande, a Oderzo (Treviso). Tutto è partito dalla richiesta, apparentemente innocua, di una cliente che, insieme alla madre, nei giorni scorsi ha ordinato due caffè e una brioche artigianale, chiedendo che fosse tagliata a metà. Un gesto che, però, le è costato 10 centesimi in più, scoperti solo a casa controllando lo scontrino.
"Non è tanto il costo, quanto il concetto", ha dichiarato la cliente, sorpresa da un sovrapprezzo inaspettato. La cifra è minima, ma la vicenda ha rapidamente conquistato l’attenzione dei social network, innescando una reazione a catena che ha investito in pieno il titolare della pasticceria, Massimiliano Viotto.
Viotto, che ha aperto il suo locale nel gennaio 2024, ha raccontato al Corriere l’impatto della polemica: "Siamo stati sommersi da recensioni negative – da una stella – di persone che mai hanno frequentato il nostro locale. La nostra media su Google è scesa da 4,5 a 3,5, ma siamo convinti verrà reintegrata con tempo e dedizione". I commenti apparsi online sono stati a tratti feroci, con insulti pesanti e inviti al boicottaggio.

Il titolare ha però fermamente difeso la scelta del sovrapprezzo: "Non è una truffa, ma una scelta consapevole che difendiamo con orgoglio e consapevolezza". Il supplemento – precisa – si applica solo alle brioches, non ad altri prodotti come pizze o fette di torta serviti nel locale adiacente, l’Arbor. Secondo Viotto, la decisione è stata presa per garantire uno standard qualitativo elevato, in linea con la filosofia artigianale del laboratorio. Il taglio della brioche comporterebbe infatti l’uso aggiuntivo di piattini, tovaglioli e la necessità di farcire entrambe le metà in modo uniforme. "Il nuovo menù è ancora in stampa", aggiunge, "ma il sovrapprezzo è indicato alla cassa, come previsto dalla normativa".
La vera preoccupazione, però, riguarda le conseguenze più ampie di una simile esposizione mediatica. "Volevo segnalare questo atteggiamento molto pericoloso da parte di chi ha amplificato un episodio minimo, rischiando di compromettere il lavoro e l’immagine di una piccola pasticceria artigianale in un paese di ventimila anime", denuncia Viotto. "È un meccanismo pericoloso, perché potrebbe danneggiare seriamente realtà meno solide della nostra".