49 CONDIVISIONI

Davide Pecorelli e il mistero delle ossa umane nella sua auto: “Perché voleva simulare la sua morte?”

Scomparso per 8 mesi e poi ritrovato vivo su un gommone in avaria: i misteri legati al ritrovamento di Davide Pecorelli si infittiscono con il passare delle ore. Secondo la procura di Arezzo, l’uomo si sarebbe recato in Albania nel tentativo di risollevare le sorti della sua attività imprenditoriale fallita. Qualcosa però deve averlo costretto alla fuga una volta arrivato nel Paese straniero.
A cura di Gabriella Mazzeo
49 CONDIVISIONI
Immagine

Un vero e proprio giallo quello che coinvolge l'imprenditore 45enne Davide Pecorelli, scomparso per 8 mesi e ritrovato poi inaspettatamente vivo nella giornata di sabato. L'uomo ha varcato la porta di casa come se nulla fosse mai accaduto. Ha dormito nell'abitazione dove, fino a poco meno di un anno fa, viveva con la compagna albanese e il figlioletto di un anno. Ieri mattina poi si è recato dai tre figli avuti dalla prima moglie per poterli incontrare. E proprio ai suoi figli deve le spiegazioni più dettagliate su quei nove mesi di silenzio carichi di misteri ancora da risolvere. Prima la paura dell'omicidio nelle campagne di Puke, quando l'auto sulla quale viaggiava è stata ritrovata ormai carbonizzata lì in Albania. Quando le forze dell'ordine albanesi hanno rivenuto traccia di ossa umane all'interno dell'abitacolo dell'auto, le autorità hanno iniziato una fitta comunicazione con quelle italiane. Nonostante questo, però, dall'Albania continuavano ad arrivare a rate frammenti minuscoli di ossa dalle quali era impossibile estrarre il DNA. Non si da dunque di chi siano quelle ossa e soprattutto non è chiaro perché Pecorelli volesse inscenare la sua morte.

Appena gli inquirenti hanno capito che era vivo, lui non è tornato. Ha invece fatto la sua improvvisa comparsa appena qualche giorno fa con documenti falsi e l'aspetto trasandato di un naufrago. Eppure Pecorelli il naufrago non l'ha mai fatto, perché prima di fare la sua improvvisa entrata in scena, ha dormito per due notti in un albergo al Giglio, come un turista. Prima ancora sarebbe stato a Roma e qui ha prelevato per la prima volta del denaro dalla carta cointestata con la compagna. Se sparire non è reato e la simulazione di omicidio è avvenuta in terra straniera, Pecorelli dovrà comunque rispondere di simulazione di reato: ha infatti consegnato all'albergo al Giglio un documento con la sua foto e il nominativo di un'altra persona. Da qui la denuncia per sostituzione di persona che richiederà la difesa di un legale. Sono ancora molti però i misteri da risolvere. Secondo gli inquirenti, alla base dell'improvvisa scomparsa vi sarebbero problemi economici. Pecorelli aveva infatti chiuso la sua attività di parrucchiere durante la pandemia e poi, in piena emergenza sanitaria, era partito per l'Albania sostenendo di dover vendere prodotti per capelli. Secondo la procura di Arezzo, Pecorelli si sarebbe recato all'estero nel tentativo di risollevare le sorti della sua società (forse con un ingente prestito). Sebbene gli agenti continuino a indagare sul crac della sua società, sul quale vi sono altri grandi interrogativi ai quali rispondere, sembra essere quasi impossibile trovare soluzioni per la scomparsa e i tentativi di depistaggio degli ultimi mesi. Perché Pecorelli non voleva farsi trovare? Solo le condizioni avverse del mare hanno consentito il ritrovamento del gommone in avaria. Perché ai militari di Montecristo ha poi rivelato subito la sua reale identità chiedendo di parlare con la magistratura di Perugia? Si teme che la fuga sia iniziata dopo il viaggio in Albania, probabilmente in previsione di un pericolo per la propria incolumità.

49 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views