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Delitto di Garlasco, l'omicidio di Chiara Poggi

Dall’omicidio di Chiara Poggi all’assoluzione di Alberto Stasi: la storia del delitto di Garlasco

L’ex bocconiano è stato assolto: per i giudici non è l’assassino dell’ex fidanzata Chiara Poggi, trovata morta nella sua villetta nell’agosto del 2007. Il delitto raccontato, passo per passo, dal ritrovamento della studentessa all’assoluzione di Stasi.
A cura di Daniela Caruso
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Lettura sentenza processo in appello Alberto Stasi per omicidio Poggi
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Alberto Stasi si abbandona a un pianto liberatorio in aula, dopo la sentenza che l’ha scagionato nuovamente dalle accuse di omicidio per il delitto di Garlasco. La famiglia Poggi non si arrende e crede ancora nella giustizia, sperando che un giorno arriverà la sentenza che aspettano. Chiara Poggi era una ragazza di 26 anni, residente nella sua villetta di Garlasco, in via Pascoli. La studentessa fu ritrovata morta in casa sua in un mare di sangue. Gli inquirenti, dalle prime rilevazioni sul corpo della giovane, appurarono che Chiara era stata uccisa con un forte colpo alla testa. A scoprire il cadavere in casa fu Alberto Stasi, laureando in Economia alla Bocconi e fidanzato della vittima. Stasi fu subito messo sotto interrogatorio per dodici lunghe ore.

Il 13 agosto 2007 Chiara trova la morte: la ragazza era ancora a casa in piena estate, poiché stava svolgendo uno stage universitario, mentre la famiglia si era già allontanata da Pavia per le consuete vacanze estive. Il pc e le scarpe di Alberto sono sequestrati dalla Procura: nella storia compaiono, quasi subito, le cugine gemelle della ventiseienne, le quali davanti casa della parente, mettono una loro foto con Chiara, che avrebbe dovuto rappresentare un momento felice trascorso in un locale. Si scoprì più tardi, però, che le due ragazze avevano creato quella fotografia attraverso un fotomontaggio. Il 16 agosto 2007 sono comunicati i risultati derivati dagli esami autoptici svolti sul cadavere di Chiara la quale, secondo i medici legali, era stata uccisa tra le ore 11 e le 11,30 del 13 agosto con un corpo metallico. Il 20 agosto 2007, Stasi viene indagato ufficialmente per omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà.

Il ventiquattrenne, per tutelare la propria posizione legale, nomina tre avvocati, tra cui Angelo Giarda, Giuseppe e Giulio Colli che vanno a sostituire il precedente avvocato Giovanni Lucido. Il 24 settembre 2007 Stasi finisce in carcere su provvedimento del pm Rosa Muscio, ma viene scarcerato il 28 settembre dal gip di Vigevano Giulia Pravon, che reputa insufficienti gli indizi contro il ragazzo. Nella villa, intanto, i Carabinieri non trovano tracce estranee, appartenenti ad altre persone. Il 20 dicembre del 2007, Stasi viene accusato di detenzione dim materiale pedopornografico, ritrovato nel suo computer. Il 3 novembre 2008, Alberto Stasi viene rinviato a giudizio e, nel marzo del 2009, i legali del ragazzo chiedono che il proprio assistito venga processato con rito abbreviato. Il 9 aprile 2009 inizia il processo e l’accusa chiede 30 anni per Stasi, ma a dicembre il ragazzo viene assolto per insufficienza di prove. Il  6 dicembre 2011 Stasi viene assolto: il delitto di Garlasco, dunque, rimane un caso irrisolto, per il quale non c’è ancora un colpevole.

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