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Matteo Messina Denaro

“Dal biglietto nascosto dalla sorella ai giorni chiusi in caserma, così abbiamo preso Messina Denaro”

Falco è uno dei carabinieri del Ros di Palermo che, insieme a Sandokan e Lazzaro, ha trovato l’appunto della sorella di Matteo Messina Denaro con segnate le date delle visite mediche del fratello: grazie a quel biglietto i militari hanno potuto arrestare il boss di Castelvetrano.
A cura di Giorgia Venturini
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Falco, il carabiniere del Ros che insieme a Saldokan e Lazzaro ha trovato l'appunto di Rosalia Messina Denaro
Falco, il carabiniere del Ros che insieme a Saldokan e Lazzaro ha trovato l'appunto di Rosalia Messina Denaro
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Sono passati mesi da quanto è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Solo pochi giorni da quando il boss di Cosa Nostra è morto a L'Aquila. Alla caserma dei carabinieri del Ros all'aeroporto Boccadifalco a Palermo si lavora fino a tarda sera. Non c'è pausa, non c'è mai stata. Non si sono fermati neanche la sera del 16 gennaio, quando dopo anni e anni di caccia all'uomo i militari del Raggruppamento operativo speciale hanno centrato l'obiettivo in quella che doveva essere una mattinata come tante altre davanti alla clinica La Maddalena a Palermo.

Bisogna ora ricostruire i 30 anni di latitanza. Dal giorno del suo arresto Matteo Messina Denaro non ha mai collaborato con la giustizia. È una della primissime cose che aveva precisato agli inquirenti: ha risposto ad alcune domande dei magistrati ma non ha mai svelato nulla. Così le indagini vanno avanti ininterrottamente: bisogna cercare il covo economico del boss del Trapanese, bisogno dare i nomi a chi per anni lo ha protetto e gli ha permesso una latitanza piena di agi.

Fanpage.it è entrata nella caserma della CrimOr a Palermo. Qui i militari tra di loro si chiamano con i nomi di battaglia. Qui si vive come in famiglia. Ogni militare di questa caserma ha contribuito alla cattura di Matteo Messina Denaro e per farlo ognuno di loro ha sacrificato parte della sua vita. Ecco perché il boss di Castelvetrano non è stato preso per "la sua malattia", come lui stesso ha detto durante un interrogatorio con il Procuratore Maurizio De Lucia e il pubblico ministero Paolo Guido.

Lo sa bene Falco, uno dei militari della CrimOr che – insieme a Sandokan e Lazzarohanno trovato l'appunto della sorella del boss, Rosalia Messina Denaro, a casa della donna: nero su bianco erano scritte le date delle visite e delle operazioni mediche del fratello. Grazie a quell'appunto trovato il boss è stato arrestato. A Fanpage.it Falco racconta come hanno trovato il biglietto.

Falco, come avete trovato l'appunto di Rosalia Messina Denaro?

Il 6 dicembre del 2022 dopo un'attenta pianificazione finalmente si decide di entrare nella casa della sorella del latitante. Dovevamo mettere alcune cimici al piano terra e poi avremmo proceduto con una ricognizione al primo piano. Sapevamo con certezza che Rosalia Messina Denaro usava degli accorgimenti, delle precauzioni e delle trappole sparse in casa: come uno strato di polvere nella cornice della televisione, cuscini sul divano messi in un particolar modo, un batuffolo di capelli sulla mattonella in un punto ben preciso. Ci dovevamo muovere con molta cautela.

Ognuno di noi sapeva cosa fare e qual era l'obiettivo. Iniziamo installando le cimici nei locali al piano terra. Poi ci siamo spostati al piano superiore: la prima stanza era la camera da letto della donna. Era perfettamente in ordine. Ogni cosa era al suo posto. Abbiamo notato subito una televisione sul comò in fronte al letto: la tv era coperta con un lenzuolo. Abbiamo iniziato a ispezionare la stanza per capire dove montare le cimici. Fino a quando Lazzaro e Sandokan hanno notato una sedia che c'entrava poco con il contesto dell'arredamento. Si trattava di una sedia vecchia in ferro.

Non appena abbiamo tolto i tappi dai piedi della sedia ecco la sorpresa: all'interno c'era qualcosa. Si trattava di alcuni bigliettini di carta arrotolati nel cellophane, insomma ben sigillati. Da subito abbiamo capito che era qualcosa di importante: sia da come erano stati nascosti, sia per il posto dove erano stati nascosti. La camera da letto è comunemente il luogo più intimo della casa, dove si tengono le cose più importanti. Noi lavoravamo al buio, non avevamo avuto neanche il tempo di capire cosa ci fosse scritto. Nella certezza che si trattava di qualcosa veramente importante abbiamo fotografato i biglietti. Il tempo iniziava a stringere: rimettiamo tutto a posto cercando di non lasciare nessuna traccia.

Matteo e Rosalia Messina Denaro
Matteo e Rosalia Messina Denaro

Grazie ai contenuti di questi biglietti si è potuto arrivare ad arrestare Matteo Messina Denaro. Quanti sacrifici ci sono dietro all'arresto?

Tanti. Anche da parte delle nostre famiglie. Il sacrificio più grande lo fanno loro, perché per noi è lavoro. Abbiamo scelto noi di farlo. Loro invece subiscono la nostra scelta.

Le famiglie poi non sanno di cosa vi occupate. Quanto è stato bello comunicare loro l'arresto?

Il 14 gennaio, quando sapevamo che dovevamo fare due giorni in caserma, io dissi una bugia a mia moglie. Dissi che era successo che un collega aveva avuto un incidente e che io dovevo sostituirlo. E non sapevo quando sarei tornato. Lei capì che c'era qualcosa di strano ma non mi ha fatto nessuna domanda. Mi disse solo di farle sapere e che mi avrebbe aspettato a casa.

Nelle successive 48 ore poi ci siamo scambiati qualche messaggio. Poi il 16 gennaio l'ho chiamata. Non riuscivo a parlare ma lei aveva già capito tutto. Le ho detto poi: "È finita".

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