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Covid-19, virologo Pregliasco: “La Lombardia sconta almeno 12 giorni di ritardo nelle chiusure”

Dodici giorni di ritardo nell’attivazione delle misure di contenimento del coronavirus. È quanto ha scontato la Lombardia nella lotta all’epidemia che finora ha provocato quasi 8mila morti nella regione e 46mila casi positivi accertati. Lo ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università di Milano, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non è colpa sua”, ha detto, “a me risulta che dalla Lombardia fosse stato subito chiesto di bloccare tutto, ma Roma ha temporeggiato”.
A cura di Simone Gorla
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Almeno dodici giorni trascorsi prima dell'attivazione delle misure restrittive anti coronavirus. È questo il ritardo che la Lombardia ha scontato nella lotta all'epidemia, secondo quanto ha detto Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, in un'intervista al Corriere della Sera.

Pregliasco: Almeno 12 giorni di ritardo nelle chiusure, ma non è colpa della Lombardia

"Sicuramente la Lombardia sconta almeno 12 giorni di ritardo nelle chiusure. E non per colpa sua", ha affermato il virologo milanese. "A me risulta che dalla Lombardia fosse stato subito chiesto di bloccare tutto, ma Roma ha temporeggiato. Lo dico con rammarico", ha aggiunto. Quei giorni di attesa e rinvii sono costati caro al sistema sanitario lombardo e a migliaia di persone che hanno perso la vita a causa del covid-19. Il virologo ha poi sottolineato che nonostante gli sforzi dei medici la situazione su alcuni territori lombardi, in particolare nelle province di Bergamo e Brescia, la situazione è sfuggita di mano. "Al di là degli sforzi encomiabili di medici di famiglia che in alcuni casi ci hanno rimesso anche la vita, la medicina del territorio non ha funzionato al meglio", ha rilevato il professore. L'effetto di questa diffusione incontrollata del virus, ha aggiunto, è che molti pazienti sono arrivati in ospedale troppo tardi, quando la loro situazione era ormai compromessa.

Il virologo: Numero malati sottostimato di dieci volte, paragoni non hanno senso

In Lombardia i decessi sono arrivati a quota 7.960 secondo i dati del bollettino di giovedì 2 aprile. I contagi accertati sono 46.065. Un numero altissimo che potrebbe essere addirittura sottostimato di dieci volte, ha avvertito Pregliasco. "Calcolare oggi il tasso di mortalità non ha senso perché è rapportato al numero di tamponi eseguiti che sottostima, fino a dieci volte, il numero reale di malati", ha spiegato il virologo, avvertendo però che fare paragoni con altre aree colpite dal contagio sarebbe sbagliato. Inutile a suo parere, per esempio, un confronto tra Lombardia e Veneto. "Le due Regioni non sono minimamente paragonabili per gravità della situazione di partenza – sono le sue parole – lì c'è stato un focolaio, qui un incendio".

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