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Cosa rischia Fleximan per gli autovelox abbattuti e chi lo sostiene: le risposte dell’esperto

Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha spiegato a Fanpage.it cosa rischiano Fleximan e tutti i sostenitori di colui che abbatte gli autovelox: “La pena che rischia questo soggetto o questo gruppo di soggetti è tra i 4 e i 5 anni di reclusione: ecco perché”.
Intervista a Daniele Bocciolini
avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma. 
A cura di Ida Artiaco
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Non solo danneggiamento aggravato ma probabilmente anche interruzione di ordine pubblico. Sono questi i due reati di cui potrebbe essere accusato Fleximan, diventato famoso per aver abbattuto almeno una decina di autovelox in Veneto e in Lombardia, la cui identità è ancora ignota. Non solo: anche lo sostiene pubblicamente, in particolare sul web, potrebbe essere perseguibile.

Fanpage.it ne ha parlato con Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma, che ha spiegato cosa rischiano Fleximan e tutti i suoi "seguaci".

Avvocato Daniele Bocciolini
Avvocato Daniele Bocciolini

Cosa rischia Fleximan?

"Nel nostro ordinamento questo tipo di condotta è punita sia dal Codice della Strada che dal Codice penale. In particolare, all’art. 15 del Codice della Strada è previsto che su tutte le strade e loro pertinenze è vietato “danneggiare, spostare, rimuovere o imbrattare la segnaletica stradale ed ogni altro manufatto ad essa attinente”. Chiunque viola questo divieto è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 42 a 173 euro. Si tratta di una sanzione molto esigua. Ma nel caso di specie si tratta di un fatto più grave che costituisce indubbiamente reato.

Nello specifico, si tratta di un “danneggiamento” previsto all’art. 635 del Codice Penale che punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque distrugge o rende in tutto in parte inservibili cose mobili o immobili altrui. La condotta posta in essere indica la chiara volontà di distruggere l’autovelox tagliandolo o comunque, segando il rilevatore, quella di renderlo inservibile e inidoneo a svolgere la propria funzione. Nel caso di specie, peraltro, si tratta di un’ipotesi di danneggiamento aggravato essendo commesso su cose esposte alla pubblica fede e destinate al pubblico servizio.

L’altro reato che astrattamente potrebbe configurarsi è quello di “interruzione di pubblico servizio” previsto dall’art. 340 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a un anno chiunque cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità. A Fleximan si potrebbe contestare poi la circostanza aggravante dell’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità. La pena che rischia questo soggetto o questo gruppo di soggetti è pertanto tra i 4 e i 5 anni di reclusione se si considera anche la continuazione tra i reati.

Considerata la gravità delle condotte, per questo tipo di reati, peraltro la sospensione condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna. In sostanza, in caso di condanna, anche se la pena dovesse essere inferiore ai 2 anni, l’autore di questi reati potrebbe beneficiare della sospensione condizionale (se incensurato) e quindi evitare il carcere solo se provvederà al risarcimento del danno o effettuerà lavori di pubblica utilità".

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Potrebbe essere perseguito anche se non si arriva a conoscere la sua identità?

"Certamente. Al momento la Procura provvederà a iscrivere un procedimento contro ignoti, ma sono certo che i filmati delle telecamere di video sorveglianza contribuiranno all’identificazione dell’autore o degli autori di questi reati anche attraverso gli spostamenti. Fondamentali saranno anche gli accertamenti tecnici sui dispositivi e le indagini su telefonini e celle telefoniche. Non mi stupirei se si trattasse di soggetti già noti agli inquirenti. Quello che occorre evitare ora è l’emulazione".

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Chi lo inneggia sui social e lo difende pubblicamente a sua volta rischia qualcosa?

"Non si può in alcun modo sostenere la condotta di questi vandali che distruggono un bene pubblico arrecando un danno alla collettività. Si può e si deve manifestare anche il proprio dissenso ma in modo contenuto e, soprattutto, attraverso strumenti consentiti e non scegliendo la strada dell’illegalità. Chi esalta le gesta di questo soggetto potrebbe in astratto rispondere del reato di cui all’art. 414 del codice penale che punisce con la reclusione da 1 a 5 anni (paradossalmente una pena più grave dello stesso danneggiamento) chiunque pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti. La prova in questo senso non è semplice, non basta la “difesa” ma qualcosa in più. L'apologia si concreta in una particolare forma di manifestazione del pensiero che, se diretta a far commettere delitti, rappresenta una modalità di istigazione indiretta. Difatti, a differenza della mera istigazione , l'apologia non è diretta alla persona, ma la spinta motivazionale deriva dalla approvazione, glorificazione, esaltazione di attività contrarie alle norme penali, idonea a turbare l'ordine pubblico.Anche qui è necessario il concreto accertamento dell'idoneità della condotta a mettere in pericolo l'ordine pubblico".

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