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Autovelox non omologati, cosa succede con le multe e cosa possono fare gli automobilisti

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione sugli autovelox non omologati, si teme che migliaia di automobilisti intraprendano ricorsi a valanga contro le multe. Dei possibili risvolti e quali siano le possibilità per gli automobilisti, Fanpage.it ne ha parlato con l’avvocato Giuseppe Di Palo.
A cura di Antonio Palma
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Con la sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di un automobilista trevigiano su una multa per eccesso di velocità emessa con un autovelox che non era stato omologato ma solo approvato, si rischia ora che migliaia di automobilisti intraprendano ricorsi a valanga contro le multe. I ricorsi però dovranno essere valutati caso per caso dopo aver accertato se si è in presenza di apparecchiatura omologata o solo approvata. Dei possibili risvolti e quali siano le possibilità degli automobilisti, Fanpage.it ne ha parlato con l’avvocato Giuseppe Di Palo.

Una sentenza della Cassazione ha stabilito che molti autovelox in pratica sarebbero illegali o meglio non omologati anche se autorizzati dal Ministero. È vero che ora si apre la possibilità ad una valanga di contenziosi?

L’equivoco di fondo da cui nasce questa sentenza è una circolare emessa del Ministero delle infrastrutture con cui si equiparava il concetto di approvazione dell’autovelox con quello dell’omologazione. Secondo il Ministero, le due cose erano equipollenti. Quando l’automobilista trevigiano ha fatto ricorso, però, ha vinto sia davanti al giudice di pace che al giudice dell’appello, secondo i quali il risultato dell’autovelox non omologato non è una prova di fronte alla quale il giudice può trarre un convincimento. Si arriva così in Cassazione dove viene posta la questione di diritto. I giudici, considerando che la circolare è solo fonte secondaria rispetto alla legge, si rifanno al codice della strada e all’articolo 192 del regolamento di esecuzione del codice della strada e stabiliscono un sostanziale discostamento da quella circolare. Nella sentenza si dice che approvazione e omologazione differiscono perché nella seconda c’è una attività necessariamente tecnica e specifica finalizzata a garantire la precisione e funzionalità dell’autovelox. Questo apre alla possibilità di una valanga di ricorsi perché ci sono comuni che, riferendosi a quella circolare del Ministero, non hanno proceduto alla omologazione dell’apparecchio.

L'avvocato Giuseppe Di Palo
L'avvocato Giuseppe Di Palo

Come può capire un automobilista se un autovelox è stato omologato o meno e come può fare ricorso?

Alcuni comuni virtuosi sui propri siti web potrebbero aver indicato le omologazioni degli autovelox installati. In generale, però, essendo l’omologazione una attività amministrativa, attraverso una richiesta di acceso agli atti amministrativi si può verificare se quello specifico apparecchio è stato sottoposto o meno a omologazione. Una richiesta semplice che l’ente deve evadere entro trenta giorni. Poi si può contestare la multa nei termini di legge con ricorso al giudice di pace o al prefetto. Io ritengo però che la strada migliore sia la prima.

Il Sindaco di Treviso ha detto che l’autovelox resta in attesa di ulteriori pronunce giurisprudenziali o provvedimenti normativi.  Nel caso c’è possibilità di contro ricorsi dei comuni?

Sopra la Corte Cassazione non c’è nulla, ma a volte su determinati temi le decisioni delle varie sezioni semplici possono oscillare e un’altra sezione potrebbe avere una idea opposta. In questo caso a dirimere il tutto dovrebbero essere chiamate le sezioni unite della Cassazione. Questo però in termini astratti ma in questo caso non credo avverrà perché il ragionamento che fa la Corte è più che condivisibile. Un nuovo provvedimento legislativo, invece, sarebbe comunque successivo e quella norma farebbe fede solo per violazioni al codice della strada successive. Bisogna tenere presente inoltre che il processo legislativo è lungo e una nuova legge richiede molto tempo.

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