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Coronavirus, l’epidemiologo Demicheli: “In Lombardia i contagiati potrebbero essere il doppio”

In Lombardia i potenziali contagiati da Coronavirus potrebbero essere “anche il doppio”, rispetto agli oltre 19mila casi accertati. A dirlo in un’intervista Vittorio Demicheli, epidemiologo dell’Agenzia per la tutela della salute di Milano che fa parte anche dell’Unità di crisi del presidente della Regione Attilio Fontana. Nelle statistiche “non ci sono più né gli asintomatici, né di fatto chi è a casa con febbre, tosse e raffreddore ma non transita da un ospedale”.
A cura di Francesco Loiacono
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Vittorio Demicheli
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I potenziali contagiati da Coronavirus in Lombardia potrebbero essere "anche il doppio". A dirlo, in un'intervista al "Corriere della sera", è Vittorio Demicheli, epidemiologo dell'Agenzia per la tutela della salute di Milano che fa parte anche dell'Unità di crisi del presidente della Regione Attilio Fontana. Demicheli ha esternato ciò che viene ripetuto da più parti. Il conteggio dei casi è sottostimato, perché con l'aumento dei contagiati il test con il tampone è stato riservato solo per i pazienti più gravi che vengono ricoverati in ospedale: "Nei conti del coronavirus non ci sono più né gli asintomatici, né di fatto chi è a casa con febbre, tosse e raffreddore ma non transita da un ospedale", ha detto il dottor Demicheli. Da qui l'ipotesi che i potenziali contagiati possano essere anche il doppio rispetto alle statistiche ufficiali, che per la Lombardia sono arrivati a 19884 casi, con 2168 morti: anche quest'ultimo dato, purtroppo, potrebbe essere sottostimato, come avevano spiegato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e altri primi cittadini della Bergamasca.

Chi ha sintomi, ma non ha fatto il tampone, deve isolarsi in casa

Se molti malati non emergono, secondo Demicheli bisogna "aggiornare le strategie" per gestire i pazienti che si trovano a casa, oltre a quelli ricoverati in ospedale. Ma il loro numero non è noto: "Non sappiamo quanti pazienti si sono contagiati senza sviluppare sintomi o manifestando una normale influenza", ha spiegato Demicheli. Tutti coloro che hanno sintomi, secondo Demicheli, devono comunque comportarsi come le persone in cui è stata accertata la presenza del virus, adottando precauzioni quali "isolarsi in casa e proteggere chi vive con lui". Tutte queste persone devono anche essere seguite in maniera costante dai medici di famiglia, limitando al massimo le visite negli studi ma attivando la cosiddetta sorveglianza attiva: "Mantenere un contatto continuo telefonico sia con i pazienti Covid-19, sia con chi ha sintomi influenzali, sia con i pazienti più fragili". Una strada che l'Ats Milano sta già seguendo, stilando un elenco di circa 140mila nominativi da monitorare al telefono giorno per giorno.

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