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Covid 19

Coronavirus, le zone rosse hanno dato buoni risultati: se era la strada giusta, perché riaprirle?

Dopo due settimane di quarantena assoluta le zone rosse di Codogno, nel Lodigiano, e di Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, vanno verso la riapertura. I militari tolgono i check point e la popolazione può avere un po’ di libertà. Eppure i divieti stringenti stavano dando buoni risultati. L’isolamento totale ha prodotto un rallentamento del contagio nell’area di Lodi dove negli ultimi tre giorni la crescita di casi positivi al coronavirus è stata “molto inferiore rispetto alle altre province”, ha spiegato l’assessore lombardo Giulio Gallera. Viene quindi da chiedersi perché, se la zona rossa stava dando buoni risultati, si sia deciso di cambiare strada. E quale sarà il prezzo da pagare.
A cura di Simone Gorla
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La zona rossa Codogno e del Lodigiano, ora ufficialmente smantellata, stava dando buoni risultati. L'isolamento totale ha prodotto un rallentamento del contagio nell'area, tanto che la zona di Lodi oggi ha avuto per il terzo giorno consecutivo "una crescita di casi positivi al coronavirus molto inferiore rispetto alle altre province", come ha spiegato l'assessore lombardo Giulio Gallera.

Dall'ultimo bilancio dell'epidemia di coronavirus questo risultato è emerso con chiarezza. Nelle ultime 24 ore la provincia di Lodi è passata da 811 a 853 casi (+42). Quella di Bergamo, dove la zona rossa richiesta dalla Regione non è mai stata istituita, è balzata da 761 a 997 (+236). "Non abbiamo ancora i dati consolidati ma questo trend è il segno che lo sforzo fatto nelle scorse settimane sta iniziando a produrre un effetto e quindi il circondare quell'area e renderla impenetrabile con le forze ordine", ha aggiunto Gallera "era la strada giusta da seguire".

Viene quindi da chiedersi perché, se la zona rossa stava dando buoni risultati, si sia deciso di cambiare strada. L'apertura dei comuni del Lodigiano (e di Vo' Euganeo nel Padovano) potrebbe finalmente dare un po' di respiro alle aziende e ai residenti della zona. Ma a quale prezzo? Il rischio è quello di vedere una ripartenza dei contagi tra Codogno, Casalpusterlengo e comuni limitrofi, ma anche la diffusione del virus in zone della regione ancora relativamente poco colpite. L'allargamento delle misure a tutta la Lombardia potrebbe non avere lo stesso effetto positivo. Soprattutto perché non vi è un divieto assoluto di circolazione stringente come quello previsto finora nelle zone rosse. Tanto che oggi lo stesso Gallera è tornato a invitare in modo accorato i cittadini a stare a casa e uscire solo per motivi di lavoro o per urgenze.

Le stesse autorità locali sembrano condividere i dubbi. Non a caso, l'annunciata apertura dei check point, prevista inizialmente per le 15 di domenica 8 marzo, è slittata. Non è chiaro se le zone da rosse diventeranno "arancioni". Se la promessa libertà sarà forse una semilibertà. La mancanza di chiarezza delle nuove norme ha contrariato gli amministratori, allo stremo dopo due settimane di quarantena così come le popolazioni: "La pazienza, il rispetto, la pacatezza, l'educazione, che i nostri concittadini hanno dimostrato in questi 15 giorni non meritano un trattamento del genere! Vogliamo chiarezza!" ha scritto in un post il sindaco di Codogno, Francesco Passerini.

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