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Coronavirus, Iss: “In Italia oltre 7500 focolai attivi, situazione in rapido peggioramento”

Secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute, nell’ultima settimana “si osserva una rapida crescita dell’incidenza, impossibilità sempre più frequente di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e rapido aumento del carico sui servizi assistenziali”. Aumentano i cluster legati alla scuola: “Fondamentale che la popolazione resti a casa. Servono misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni della mobilità”.
A cura di Ida Artiaco
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Accelera velocemente l'emergenza Coronavirus in Italia, dove oggi, venerdì 23 ottobre, è stato raggiunto un nuovo record per quanto riguarda il numero dei nuovi casi: ne sono oltre 19mila nelle ultime 24 ore, secondo il bollettino odierno. A confermare il peggioramento della situazione è anche l'Istituto superiore della Sanità che nel dossier sul monitoraggio settimanale di Covid-19 nel nostro Paese, per il periodo compreso tra il 12 e il 18 ottobre, ha evidenziato un sensibile peggioramento "e con un scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane: si riscontrano infatti valori di Rt superiore 1 nella maggior parte delle Regioni/province autonome italiane e segnali che si riesca solo modestamente a limitare il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2". Ma, sottolineano gli esperti, soprattutto "si osserva una rapida crescita dell’incidenza, impossibilità sempre più frequente di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e rapido aumento del carico sui servizi assistenziali con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica".

Indice Rt a 1,50 in tutta Italia, più di 7000 focolai attivi

Secondo l'Iss, i casi che stanno emergendo negli ultimi giorni sono stati esposti al virus tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, considerando il periodo di incubazione. Addirittura, si legge nel documento, alcuni dei contagi identificati tramite screening potrebbero aver contratto l'infezione in periodi antecedenti. Ciò ha portato ad un aumento dell'incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni, arrivata a 146,18 per 100mila abitanti. Il numero di casi sintomatici è passato da 15.189 del periodo 28 settembre-11 ottobre ai 27.114 del periodo 5-18 ottobre. L'incremento dei positivi si registra in tutto il Paese: solo uno su 4 dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento dei contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa di sintomi. Nel periodo dall'1 al 14 ottobre l'indice Rt calcolato sui sintomatici è salito a 1,50 su base nazionale. Sono complessivamente 7.625 i focolai attivi nel Paese, di cui 1.286 nuovi, dato quest'ultimo in diminuzione rispetto alle scorse settimane ma dovuto forse al forte incremento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare link epidemiologico. La maggior parte dei contagi continua comunque ad avvenire in ambito familiare (81,7%).

Aumentano i cluster scolastici

Questa settimana, inoltre, secondo il report Iss-Ministero della Salute aumentano i focolai la cui trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico anche se appare complessivamente ancora limitata, rappresentando il 3,5% di tutti i nuovi cluster. E' chiaro, si legge ancora, "che le attività extra-scolastiche e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di contagio laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste".

"Fondamentale che la popolazione resti a casa"

Nel report settimanale di Iss e Ministero della Salute si invita "la popolazione a restare a casa quando possibile, riducendo tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie relative a distanziamento personale e uso della mascherina". Gli esperti hanno anche sottolineato la necessità di misure che "favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni della mobilità".

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