1.004 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Il racconto di Anna, positiva al Coronavirus a 35 anni: “Angosciante, ma infermieri sono degli angeli”

“Il ricovero è stato angosciante. Avevo due compagne di stanza, eravamo tutte collegate all’ossigeno, mentre un signore poco distante aveva un casco respiratore. Non si poteva uscire, sempre inchiodate al letto. In quei momenti, ti chiedi tante cose e inizi a pensare anche al peggio.Per fortuna c’erano quegli angeli di infermiere, che cercavano di tirarci su il morale”: il racconto di Anna, guarita dal coronavirus.
A cura di Annalisa Girardi
1.004 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

A Centallo, in provincia di Cuneo, si festeggia una prima guarigione. "Ho  pianto due volte. La prima quando mi hanno portato via con l’ambulanza da casa e ho visto la faccia che ha fatto mio figlio. La seconda quando finalmente ho potuto riabbracciarlo": così Anna Giraudo, un educatrice di 35 anni racconta a La Stampa i suoi giorni all'ospedale Carle di Cuneo, dove è stata ricoverata lo scorso 16 marzo insieme ad altri contagiati. È la prima persona ad essere guarita dal Covid 19 a Centallo.

"Tutto è iniziato una settimana prima e sinceramente non so come abbia fatto ad ammalarmi, ero sempre rimasta a Centallo. Ma avevo la febbre da una settimana, attacchi di vomito e dissenteria. Il dottore diceva che era influenza, visto che non avevo avuto contatti con nessuno delle zone infette in Lombardia", spiega la donna. Che racconta di aver chiamato l'ambulanza quando ha iniziato a faticare a respirare: "Mi hanno portata al Pronto soccorso e la mattina dopo, il tampone ha chiarito che ero positiva al Covid-19". Quindi l'educatrice è stata subito ricoverata all'ospedale Carle, mentre il marito e il figlio di 8 anni si sono messi in isolamento volontario.

"Il ricovero è stato angosciante. Avevo due compagne di stanza, eravamo tutte collegate all’ossigeno, mentre un signore poco distante aveva un casco respiratore. Non si poteva uscire, sempre inchiodate al letto. In quei momenti, ti chiedi tante cose e inizi a pensare anche al peggio. Non hai neanche voglia di parlare. Per fortuna avevo il cellulare per distrarmi un po’, parlare con i miei familiari e c’erano quegli angeli di infermiere, che cercavano di tirarci su il morale", racconta Anna. Aggiungendo di non conoscere i farmaci che le venivano somministrati, ma di sapere solo che si trattava di formule molto potenti in quanto ogni tanto sanguinava dal naso e vomitava.

Ieri il secondo tampone è risultato negativo. La donna è stata dimessa ed è potuta tornare dalla famiglia. "Quando sono uscita, tutto il personale medico e gli infermieri sono venuti a salutarmi, è stato commovente. Ho ancora un po’ di tosse, ma sto bene e ringrazio tutti, perché sono stati fantastici e continuano a esserlo con le altre persone che hanno bisogno e sono state meno fortunate di me.Questa esperienza mi ha insegnato che nella vita, bisogna assaporare ogni più piccolo momento e l’importante è stare insieme alle persone che ami", conclude.

1.004 CONDIVISIONI
32803 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views