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Covid 19

Chi dovrà andare a scuola? Professori no. Presidi bidelli e personale amministrativo sì

Circa otto milioni e mezzo di studenti delle scuole italiane dovranno rimanere a casa da domani a lunedì 15 marzo. Idem per gli insegnanti che, laddove possibile, potranno fare lezione a distanza. Presidi e personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) invece dovranno continuare ad andare al lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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La chiusura delle scuole era nell'aria da stamattina e – dopo una fuga di notizie intorno alle 14 e una rocambolesca smentita – l'ufficialità è arrivata oggi pomeriggio intorno alle 18, quando il Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina ha comunicato che tutte le scuole di ogni ordine e grado e le università da domani, 5 marzo, a domenica 14 marzo saranno chiuse agli studenti. Le lezioni, salvo novità dei prossimi giorni, riprenderanno regolarmente lunedì 15 marzo.

Coronavirus, presidi, bidelli e amministrativi dovranno andare a scuola

Ma chi riguarda il provvedimento, preso per cercare di ostacolare l'epidemia di coronavirus? Gli studenti, innanzitutto: sono loro i primi destinatari della norma varata oggi. Oltre a loro, tuttavia, anche il personale docente dovrà rimanere a casa. I dirigenti scolastici – laddove possibile e sentito il parere del collegio dei docenti – potranno, come recita il decreto del Presidente del Consiglio, attivare modalità didattiche a distanza anche nei confronti degli studenti disabili. "Ci siamo messi al fianco delle istituzioni scolastiche – ha spiegato Azzolina – con una pagina web dedicata, disponibile da oggi. Un lavoro in progress attraverso il quale le scuole interessate possono accedere a strumenti di cooperazione e scambio di buone pratiche, gemellaggi con istituti scolastici che hanno esperienze avanzate di didattica digitale, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate per la didattica a distanza. Le istituzioni scolastiche possono usufruire di questi strumenti in modo del tutto gratuito e su base volontaria".

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A scuola, dunque, non andranno fino al 15 marzo i circa 8 milioni e mezzo di studenti e il corpo docente, mentre i presidi, i "bidelli" e gli amministrativi – ovvero tutto il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) – dovranno continuare a garantire la loro presenza negli istituti. Gli stipendi continueranno ad essere pagati normalmente a tutti i lavoratori della scuola (insegnanti e ATA)  mentre si starebbe ragionando sull'ipotesi di annullare le vacanze pasquali per recuperare i giorni persi. Sarebbe invece stata scartata l'idea di un prolungamento dell'anno scolastico fino all'inizio dell'estate. Dal Ministero dell'Istruzione hanno fatto sapere inoltre che se i giorni di scuola non dovessero raggiungere il numero minimo richiesto (200) si terrà conto della “chiusura per forza maggiore”, per cui nessuno rischierà l’anno scolastico per le assenze di questo periodo.

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