L’autocertificazione per gli spostamenti deve essere cartacea: no a modulo su smartphone

L’autocertificazione da utilizzare per giustificare gli spostamenti in casi di necessità dalla propria abitazione deve essere cartacea. Non è possibile, infatti, utilizzare app sullo smartphone per sostituire il modulo da presentare in caso di controllo delle forze dell’ordine. A spiegarlo è la Polizia di Stato, smentendo la notizia riportata nelle ultime ore secondo cui sarebbe possibile utilizzare alcune applicazioni per smartphone al posto dell’autocertificazione per gli spostamenti giustificati nonostante l’emergenza Coronavirus. La polizia postale precisa che il ricorso alle app o agli smartphone, “seppur motivato da esigenze di apparente semplificazione e velocizzazione delle procedure, si pone in contrasto con le prescrizioni attualmente vigenti”. Qui è possibile scaricare e stampare il modulo per l'autocertificazione fornito dal ministero dell'Interno.
Coronavirus, no al modulo di autocertificazione su smartphone
Il modulo di autocertificazione deve essere infatti firmato sia dal cittadino sottoposto al controllo che dall’operatore di polizia, motivo per cui non si può ricorrere alle app. Inoltre l’agente che effettua il controllo deve acquisire il modulo per ulteriori verifiche. La polizia postale sottolinea anche che “il ricorso a servizi non ufficiali né autorizzati da Autorità pubbliche per la compilazione del modello di autodichiarazione, esponga i cittadini ad una ulteriore e non secondaria insidia, legata al rispetto della dimensione della loro privacy”. I dati contenuti nel modulo, infatti, “consentono di rivelare non soltanto la frequenza e la tipologia dello spostamento dell’individuo ma altresì le ragioni – personali e riservate – che giustificano tale spostamento e che possono ricollegarsi ad informazioni sensibili quali lo stato di salute, le esigenze personali le circostanze lavorative”.
I dati a rischio in caso di autocertificazione con app
I dati acquisiti vengono infatti gestiti, in questi casi, da soggetti terzi che dovrebbero essere sottoposti a precisi obblighi in tema di privacy. E la polizia avverte proprio chi utilizza app per l'autocertificazione. Fra le disposizioni da seguire, ricorda ancora, ci sono anche quelle di correttezza e trasparenza, consenso informato, limitazione del trattamento a specifiche finalità, aggiornamento e integrità e riservatezza. Obblighi che “sono posti a garanzia di tutti i cittadini contro potenziali e pericolosi abusi”.