Controllo antidroga finisce in tragedia: uomo muore nel leccese durante l’irruzione della polizia

Stefano Urso, un uomo residente a Salve (Lecce), è morto nella tarda serata di ieri a Presicce Acquarica durante un controllo di polizia all’interno di un’abitazione di via Indipendenza. Il blitz, condotto dagli agenti del Commissariato di Taurisano con il supporto del Reparto prevenzione crimine e della Squadra mobile, si è concluso con due arresti ma anche con un decesso improvviso che ora è al centro degli accertamenti della magistratura.
Nel corso dell’intervento sono finiti in carcere il proprietario dell’immobile, Antonio Viola, e la sua compagna, Alessia Potenza, entrambi del posto. A loro carico l’accusa è di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. All’interno dell’abitazione i poliziotti hanno sequestrato 36 grammi di crack, oltre 800 euro in contanti – ritenuti probabile provento dell’attività illecita – e bilancini di precisione.
L’operazione si inseriva in un più ampio dispositivo di controllo del territorio, scattato dopo segnalazioni relative a recenti episodi di sparatorie, verosimilmente legate a contrasti tra persone coinvolte nel traffico di droga. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nella casa, al suo interno erano presenti più soggetti. Secondo quanto riferito dalla Questura di Lecce, le fasi dell’intervento sono state particolarmente concitate.
È in quel frangente che si è verificato il dramma. Sempre stando alla versione ufficiale, Stefano Urso avrebbe avuto un comportamento aggressivo nei confronti degli operatori, per poi accusare improvvisamente un malore e perdere conoscenza. Gli agenti hanno tentato di prestargli immediatamente soccorso, in attesa dell’arrivo del 118, ma ogni manovra di rianimazione si è rivelata inutile.
Non è escluso che il forte stress della situazione abbia provocato un arresto cardiaco. Su questo punto, però, sarà l’autorità giudiziaria a fare piena luce. La Procura ha disposto ulteriori approfondimenti: la salma si trova ora nella camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in attesa dell’autopsia. Le indagini terranno conto delle testimonianze dei presenti e degli atti di polizia redatti durante l’operazione.
Quella di Urso è una vicenda personale segnata da fragilità e tentativi di riscatto. L’uomo aveva alle spalle una lunga storia di dipendenze e stava seguendo un percorso di cura presso il Cim, assumendo una terapia farmacologica. In passato era stato anche ospite di una comunità riabilitativa. Era tornato in libertà solo da pochi giorni, dopo aver scontato una condanna per una precedente vicenda di danneggiamento.