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Continua la caccia al killer di Budrio: “Abbiamo trovato i luoghi in cui ha dormito”

Ancora nessuna traccia di Igor Vaclavic alias Norbert Feher, ricercato per gli omicidi di Davide Fabbri a Budrio (Bologna) e di Valerio Verri, sabato scorso, a Portomaggiore (Ferrara).
A cura di Susanna Picone
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Vanno avanti senza sosta le ricerche di Igor Vaclavic alias Norbert Feher, l’uomo ritenuto responsabile degli omicidi di Davide Fabbri a Budrio (Bologna) e di Valerio Verri, sabato scorso, a Portomaggiore (Ferrara). Il killer è ancora in fuga, braccato da centinaia di carabinieri supportati dai reparti speciali. Una delle ultime notizie arrivate dalla zona delle ricerche è la scomparsa di una piccola imbarcazione, poco più che una zattera. La barca apparteneva a un contadino e la sparizione è appunto emersa durante le ricerche in corso da parte delle squadre di carabinieri nei casolari della zona. La circostanza potrebbe non essere legata alla fuga del killer e la piccola imbarcazione potrebbe anche essere stata trascinata dalla corrente ma il fatto viene vagliato dagli investigatori. Si sospetta inoltre che il killer possa essere ferito: sono stati infatti repertati, con una serie di atti urgenti irripetibili, diversi oggetti tra cui garze, cerotti e una maglia sporca di sangue oltre a un giubbotto verde mimetico, alcuni viveri e una bici.

A confermare l'attenzione con la quale si sta procedendo è il capitano Stefano Biasone, ufficiale dei paracadutisti del Tuscania: ""Le operazioni vanno avanti 24 ore su 24 finché non raggiungeremo il nostro risultato. Sono impiegate le migliori risorse a disposizione. Il territorio, per la sua conformazione e la conoscenza che il soggetto ha, è un elemento a suo favore. Abbiamo trovato delle aree dove sicuramente il soggetto ha di recente trascorso del tempo per riposare".

Intanto oggi ha riaperto a Budrio il bar del primo omicidio. Nel bar “Gallo” in provincia di Bologna lo scorso primo aprile è stato ucciso, nel corso di un tentativo di rapina, il cinquantaduenne Davide Fabbri. A undici giorni dalla morte del suo proprietario, il bar della cittadina emiliana rialza le serrande grazie alla moglie di Fabbri, Maria Sirica. Fuori c’è un lenzuolo in cui si chiede giustizia, sul bancone le foto del barista ucciso. “Ricominciare è dura. L'ho fatto per lui – ha detto alle tv locali la moglie dell'uomo – più che altro per lui: se era per me non avrei avuto voglia di andare avanti ma l'ho fatto per lui”. La donna ha detto di aver fiducia in chi sta cercando l'assassino di suo marito. Di quegli attimi, ha detto, “mi ricordo tutto perché tutte le sere non riesco a dormire, non ce la faccio. Io rivedo tutta la scena che ho vissuto, rivedo che mi puntava la pistola vicino. Una cosa brutta, brutta, che non auguro a nessuno. Quando mi ha puntato la pistola speravo che ammazzasse anche me, perché non è vita questa senza mio marito”.

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