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Condannato per aver ucciso il padre violento, parla la mamma di Alex Pompa: “Mi ha salvato la vita”

La mamma di Alex Pompa (oggi Cotoia, dopo aver preso il cognome della donna) in seguito alla condanna per aver ucciso il padre violento: “Non è un assassino. Se non fosse per lui sarei stata l’ennesima donna ammazzata”.
A cura di Ida Artiaco
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Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris
Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris

"Alex non è un assassino, non è un assassino, assolutamente. Se non fosse per lui sarei stata l’ennesima donna ammazzata". A parlare è Maria Cotoia, la mamma di Alex Pompa (oggi anche lui Cotoia, dopo aver preso il cognome della donna), il giovane condannato ieri dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni per aver ucciso a coltellate il padre violento. Il delitto si consumò a Collegno il 30 aprile 2020 nella casa della famiglia, dove Alex intervenne per salvare proprio la madre e il fratello.

"Io non sarei qua. Importa a qualcuno?. Mio figlio quella sera mi ha salvato la vita", ha ripetuto la donna uscendo dal tribunale, come riporta Il Corriere della Sera. Sul marito Giuseppe ha detto: "Negli ultimi dieci anni, in modo patologico. Era ossessionato. Si arrabbiava per ogni cosa e perdeva il controllo: insulti, bestemmie e minacce. Mi urlava addosso, afferrandomi i polsi e le braccia. Mi spingeva. Era un violento". E poi ancora: "Ogni volta mi ripetevo che dovevo resistere e ai miei ragazzi dicevo che dovevano estraniarsi. Non meritavano un padre così, loro sono dei bravi ragazzi. Prima o poi ci avrebbe ucciso".

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Sulla condanna arrivata ieri è intervenuto anche il fratello di Alex, Loris: "Se vogliamo che qualcosa cambi, come nel caso di Giulia (Cecchettin, ndr) e di tutte le donne che muoiono, bisogna che qualcosa cambi davvero. Alex deve essere assolto".

In primo grado Alex era stato assolto, poi la Corte d'Assise d'Appello ha sollevato una questione di legittimità e il caso è finito davanti alla Corte Costituzionale, sostenendo che 14 anni di carcere per Alex erano troppi. Ieri la sentenza di condanna, con i giudici hanno anche disposto la trasmissione in procura delle dichiarazioni rese dalla madre e dal fratello.

Quest'ultimi, in caso di condanna, rischiano a loro volta da uno a sei anni di carcere. Secondo l'accusa, avrebbero cercato con le loro parole di minimizzare quello che successe la sera del 30 aprile 2020 nella loro abitazione.

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