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Condannato all’ergastolo per aver ucciso Alessandro Polizzi, torna in libertà: “Incomprensibile”

Svolta nell’omicidio di Alessandro Polizzi, ucciso a Perugia nel 2013. Dopo sette anni di reclusione, Riccardo Menenti, già condannato all’ergastolo per il delitto, è tornato in libertà per decorrenza dei termini. Lo scorso 10 gennaio è uscito dal carcere di Terni, così come stabilito con una sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze. I familiari della vittima: “Doloroso e incomprensibile”.
A cura di Ida Artiaco
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Ieri sono state arrestate due persone per il delitto compiuto a Perugia la notte tra il 25 e 26 marzo. Sono Riccardo e Valerio Menenti, il primo avrebbe ucciso Alessandro, suo figlio ed ex fidanzato di Julia Tosti sarebbe stato il mandante. Oggi l’interrogatorio in carcere.

È tornato in libertà per decorrenza dei termini Riccardo Menenti, già condannato all'ergastolo per l'omicidio di Alessandro Polizzi e per quello tentato della fidanzata di quest'ultimo, Julia Tosti, avvenuti 7 anni fa. Era il marzo del 2013 quando il 24enne fu ammazzato a colpi di pistola in un appartamento di via Riccia a Perugia perché Valerio Menenti, figlio di Riccardo, non accettava che Julia, la sua ex, avesse una nuova relazione. Lo scorso 10 gennaio è infatti uscito dal carcere di Terni, dove era recluso. La Corte d'Assise d'Appello di Firenze infatti, come riporta il Corriere dell'Umbria, nella sentenza emessa il 19 giugno 2019, aveva indicato proprio la data del 10 gennaio per la sua scarcerazione nel caso non fosse nel frattempo intervenuta una sentenza definitiva. E in effetti, da allora, non c'è stata altra pronuncia e dopo i ricorsi in Cassazione presentati dagli avvocati di Riccardo e Valerio Menenti, l'udienza deve essere ancora fissata, così Menenti è tornato libero. "Chiediamo per Riccardo il riconoscimento delle attenuanti generiche e quindi un diverso conteggio della pena", hanno fatto sapere i suoi avvocati.

"Riccardo Menenti in sei anni e mezzo è stato un detenuto modello: ha studiato sostenendo esami universitari, ha lavorato, non ha mai ricevuto un rimprovero. Pentito già da tempo, è cambiato profondamente. Ora fuori dal carcere, vive con ansia l'attesa di un nuovo verdetto che potrebbe cambiargli notevolmente la vita", ha detto all'Adnkronos l'avvocato Giuseppe Tiraboschi, difensore di Menenti. Il suo assistito, ricorda il legale, "è tornato in libertà da qualche giorno per decorrenza del termine della misura cautelare".

Il ritorno alla libertà di Menenti è stato definito "doloroso e incomprensibile" dai familiari della vittima, come ha riferito Nadia Trappolini, legale della famiglia Polizzi. "Ci auguriamo ora – ha aggiunto l'avvocato – che il processo davanti alla Cassazione si celebri in tempi rapidissimi e si possa finalmente mettere la parola fine allo strazio della famiglia di Alessandro. Ci aspettiamo una conferma della condanna". Al presunto pentimento del killer annunciato dai suoi difensori, Trappolini ha risposto: "Riccardo Menenti pentito? Non ci risulta. In tanti anni non c'è stato mai un segnale: nelle aule di giustizia siamo stati fianco a fianco ma nemmeno uno sguardo. A parte le parole di circostanza pronunciate davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze Corte d'Assise, che secondo i genitori della vittima sono state strumentali, volte all'ottenimento delle attenuanti, non ha mai chiesto scusa. Ben più grave il fatto che non si sia mai pentito. Un ulteriore dolore per i familiari".

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