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Con cuore oppresso da tumore di 1,5 kg riesce a partorire, poi viene operata: salvi mamma e figlio

Con il cuore e un polmone oppressi da un tumore grosso come un melone una giovane donna è riuscita ugualmente a partorire e poi è stata salvata con un lungo e delicatissimo intervento alle Molinette di Torino.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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È una storia di eccellenza della sanità quella che arriva da Torino e che riguarda una mamma di 22 anni e il suo bambino, che adesso ha 4 mesi.

Una mamma che ha partorito nonostante una massa tumorale di 1.5 kg “grande quanto un melone” che le schiacciava cuore e un polmone. La giovane donna è riuscita a partorire e qualche settimana dopo è stata sottoposta a un lungo e rischioso intervento.

Ora mamma e figlio sono a casa, in un paese in provincia di Torino, dopo le cure in due ospedali della Città della Salute di Torino: il Sant'Anna ostetrico-ginecologico e le Molinette.

Tutto è iniziato nel 2019 quando alla giovane è stato diagnostico un sarcoma al torace, tumore maligno aggressivo. Lei ha raccontato che inizialmente aveva dato la colpa del suo malessere allo stress per l'esame di maturità: “Poi si sono ingrossati i linfonodi, la prima diagnosi all'ospedale di Ivrea è stata di una ciste. Siamo una famiglia di allevatori e quando siamo saliti in alpeggio in Valle d'Aosta, a 2.200 metri, ho cominciato ad avere febbre e a dimagrire. Così all'ospedale di Aosta mi hanno fatto una lastra ai polmoni".

Poi la biopsia ha rivelato il sarcoma. "Non respiravo più – ha raccontato la neomamma – i medici mi hanno mandato in coma farmacologico e mi hanno messo uno stent tra i bronchi. Ma temevano che al risveglio avrei avuto una vita non bella".

La ragazza si è curata al S. Luigi di Orbassano (Torino) e poi all'Istituto di Candiolo, seguita dal dottor Giovanni Grignani. Chemioterapia e radioterapia vincono le metastasi, ma la rimozione chirurgica è sconsigliata per il rischio troppo elevato di lesionare gli organi vitali.

Ma lei insieme al suo compagno decide di volere un bambino, pur consapevole che al momento del parto il suo cuore avrebbe potuto cedere. Al Sant’Anna viene quindi programmato un cesareo eseguito dal professor Alberto Revelli e dalla dottoressa Silvana Arduino.

Il bimbo nasce e sta bene, poco tempo dopo però le condizioni della giovane mamma peggiorano: i polmoni sono sempre più compressi. A quel punto non resta altro da fare che rimuovere la massa.

I chirurghi toraco-polmonari (coordinati dal professor Enrico Ruffini), con la collaborazione dei cardiochirurghi (diretti dal professor Mauro Rinaldi), studiano tutte le possibili soluzioni. Quindi il rischioso intervento alle Molinette: l'operazione dura 6 ore, la eseguono il professor Enrico Ruffini, i dottori Marco Pocar, Paraskevas Lyberis e Matteo Roffinella.

Dopo 10 giorni la donna torna a casa e dopo un mese il cuore riprende a battere normalmente e il respiro torna regolare. "Questo straordinario risultato – così Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute – è l'esito di un grande lavoro di squadra dei professionisti, che con coraggio affrontano casi estremi con interventi di frontiera, che sempre più dimostrano il ruolo Hub e di riferimento della Città della salute”.

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