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Comuni “sfidano” il Governo: sì al contromano in bicicletta

Dopo la bocciatura della Camera alla possibilità di andare contromano in bici, Torino, Milano e Bologna scrivono al ministero dei Trasporti affinché il contromano venga reintrodotto. In molti Paesi europei è già possibile.
A cura di Susanna Picone
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61 deputati e senatori hanno firmato la proposta di legge del senatore del Pd Ferrante a favore della mobilità ciclistica: una legge che nasce dall’appello dei blogger italiani sul web e che prevede, tra i vari provvedimenti da attuare a favore dei ciclisti, la costruzione di nuove piste ciclabili e l’abbassamento del limite di velocità nelle zone residenziali che ne restano sprovviste.

Andare contromano in bicicletta è possibile in Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Ungheria e nei paesi del Nord Europa. Ma non in Italia, dove la settimana scorsa la proposta è stata bocciata da un emendamento presentato da Scelta Civica e accolto dalla commissione Trasporti della Camera. E di fronte a questo divieto tre città – sono Torino, Milano e Bologna – hanno inviato una lettera aperta al ministero dei Trasporti chiedendo, appunto, di reintrodurre nel codice della strada il cosiddetto “senso unico eccetto bici”. Chiedendo dunque di consentire ai ciclisti, a certe condizioni, di percorrere contromano le strade cittadine senza rischiare la multa. “Non può che essere una svista – ha commentato Pierfrancesco Maran, assessore milanese e delegato dell’Anci per la viabilità -. Abbiamo lavorato al testo per più di un anno, se nulla cambia ci troveremo con un codice stradale arretrato e inadeguato: non c’è nessun motivo di rinunciare a portare anche da noi quel che già c’è e funziona nel resto d’Europa”.

In bici contromano, la lettera di Bologna, Milano e Torino al ministro

“Abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta al ministero, la soluzione più rapida per bloccare una scelta inaspettata, che arriva senza nessun preavviso e nel mezzo dell’estate – così Claudio Lubatti, assessore torinese alla viabilità -. Si tratta del classico fulmine a ciel sereno, ma sappiamo di avere l’appoggio di moltissime altre città. Ora dobbiamo assolutamente recuperare”. “Chiediamo una revisione della decisione, il Parlamento non può ignorare la rivoluzione culturale che è in corso nelle nostre città sulla mobilità”, così anche l’assessore bolognese Andrea Colombo. Nella lettera inviata al Governo i tre Comuni dicono la loro sulla riforma del codice della strada e sulla necessità di un maggior impegno sul fronte della mobilità ciclabile nelle città italiane. La riforma del codice della strada, sostengono gli assessori di Bologna, Milano e Torino, “è un momento fondamentale per colmare il divario normativo tra il nostro Paese e il resto d’Europa”.

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