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Covid 19

Come sarà la scuola a settembre: “Lezioni mattina e pomeriggio, in aula anche il sabato”

Dopo il parere degli esperti, che chiedono di posporre la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado a settembre, il mondo della scuola, tra presidi, docenti e sindacati, pensa già a possibili scenari per consentire il rientro in aula in tutta sicurezza: dai turni tra mattina e pomeriggio alle lezioni miste, a scuola e a casa, fino all’utilizzo del sabato per recuperare la didattica, garantendo così il distanziamento sociale.
A cura di Ida Artiaco
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Il parere degli esperti è quasi unanime: le scuole in Italia di ogni ordine e grado è meglio che non riaprano prima dell'inizio del prossimo anno scolastico. Lo hanno dichiarato nei giorni scorsi, tra gli altri, Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano, e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della Sanità. Le lezioni, dunque, dovrebbero poter riprendere direttamente a settembre, con nuove modalità di didattica che possano consentire il rispetto del distanziamento sociale per evitare l'ulteriore diffusione del Coronavirus. Al momento è solo un'ipotesi e l'ultima parola spetterà al ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, e al governo, che ha già deciso di aspettare il 18 maggio per capire se far terminare o meno l'anno in aula agli oltre otto milioni e mezzo di studenti italiani. In ogni caso, sono già allo studio degli esperti alcuni scenari che potrebbero aprirsi con la riapertura della scuola dopo l'estate, anche perché, è vero che la didattica online sta funzionando, ma psicologi, insegnanti e genitori chiedono un piano straordinario per lezioni in presenza.

Tra le ipotesi sul tavolo, stando a quanto riporta Repubblica, ci sarebbero turni in classe tra mattina e pomeriggio, o laddove non fosse possibile lezioni miste, a scuola e a casa, oltre all'utilizzo del sabato per recuperare la didattica, lasciando il limite settimanale di 24 ore di insegnamento ma ripartite diversamente, con lezioni da quaranta minuti piuttosto che da sessanta. Eventuali cantieri per mettere in sicurezza gli edifici e per altri interventi strutturali dovrebbero essere aperti in estate per permettere a docenti, studenti e personale amministrativo di rispettare tutte le norme indicate dagli esperti come armi principali per sconfiggere il Coronavirus, in primis la distanza sociale. Per fare tutto ciò serviranno circa tre miliardi di euro, come richiesto da presidi e sindacati, anche per rimpinguare gli stipendi dei prof. Il sottosegretario all'Istruzione Giuseppe De Cristofaro, d'accordo con la loro proposta, ha sottolineato che "la didattica a distanza non può bastare", aggiungendo che "bisogna fare tutti gli sforzi possibili per riportare in classe alunni e insegnanti. La didattica a distanza ha colmato i vuoti ma ogni giorni amplifica le diseguaglianze che già a scuola esistono. Il ministero deve insediare una task force al più presto e costruire un cronoprogramma per i prossimi mesi".

Intanto, per domani, mercoledì 15 aprile, è previsto un incontro con il sindacato per illustrare le decisioni prese in materia di concorsi, ma la Flc Cgil ha detto che senza discussione sugli argomenti i confederali non si presenteranno. "Non possiamo discutere di informative su attività, i concorsi per i docenti, che forse non si potranno espletare – ha detto la segretaria Maddalena Gissi, che sul ritorno a settembre ha aggiunto: "Non si considera abbastanza il problema dei più piccoli: infanzia e primaria. Con il rientro dei genitori alle attività lavorative, i bambini dovranno seguire da casa le attività scolastiche e non tutti hanno questa possibilità. Per loro il distanziamento preventivo è complicato, immaginiamo gli scuolabus e le mense". La Cisl ha chiesto infine un confronto "costante e sistematico" con la ministra, "come già avviene con la Sanità e la Pubblica amministrazione".

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