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Ipotesi scuole chiuse fino a giugno, l’infettivologo Galli: “Non ha senso riaprirle a maggio”

Quando riapriranno le scuole in Italia? Il comitato tecnico-scientifico, al lavoro con il governo per la famosa fase 2, avrebbe detto no ad un imminente ritorno in aula di alunni e docenti posticipandola forse a settembre. Sarebbe troppo rischioso anche e soprattutto per la questione legata al distanziamento sociale. Anche Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, è d’accordo: “Mi chiedo quale senso avrebbe riaprirle per pochi giorni a maggio”.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre governo e comitato tecnico-scientifico si interrogano su come e quando far partire la famosa fase 2 dell'emergenza Coronavirus in Italia, quella che vedrà la ripartenza graduale delle attività chiuse durante il lockdown, un capitolo a parte è rappresentato dalla scuola. Quando riprenderanno le lezioni, che sono ormai sospese da quasi due mesi in tutta la Penisola, chi può chi meno? Tante le ipotesi sul tavolo dei decisori politici e in parte contenute nel decreto Scuola, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Al momento la data che fa da spartiacque per quanto riguarda esami di Maturità e terza media è il 18 maggio: se si ritornerà sui banchi entro questo termine, le prove finali si svolgeranno come sempre, suddivise tra scritti e orali. Ma se così non fosse, se cioè l'emergenza sanitaria non lo consentisse, allora cambierebbe tutto e gli esame sarebbero solo online. Ma a preoccupare, ancor prima di questo, è proprio il rientro in aula.

Scuola, no degli esperti alla riapertura a maggio

Anche se al momento sono solo ipotesi, pare che il comitato tecnico-scientifico abbia già espresso un parere circa la riapertura delle scuole. Gli esperti avrebbero detto di no al ritorno in classe a maggio, ed anche a giugno. Sarebbe infatti troppo rischioso rimettere sulle strade e nelle aule 8 milioni e mezzo di studenti dai 6 ai 19 anni, più magari i bambini dell’asilo, a cui si aggiungerebbe come riporta Il Corriere della Sera, quasi due milioni di persone tra professori e personale della scuola. A loro si è unito anche Massimo Galli, infettivologo e primario dell'ospedale Sacco di Milano che, intervenendo questa mattina alla trasmissione Agorà su Rai 3, ha detto: "Meglio che non riaprano proprio per tutta una serie di ottimi motivi. Mi chiedo anche quale senso avrebbe riaprirle per pochi giorni a maggio". Tra questi, c'è in primis il problema del distanziamento sociale e la quasi totale impossibilità, anche per motivi strutturali, di far rispettare la distanza di un metro tra alunni ed docenti. Insomma, che la scuola italiana possa riprendere a settembre è al momento solo un'ipotesi, ma sempre più realistica. Se così dovesse essere, si aprirebbe un ulteriore scenario sul quale il Miur deve ancora ragionare. Tuttavia, tra gli esperti cominciano a circolare già ipotesi diverse, che vanno dai turni al ritorno della didattica online. A questo punto diventano anche incerte le speranze di ripartire all’inizio del mese con corsi di recupero del programma.

Maturità 2020, gli scenari possibili

L'unica cosa certa è che in ogni caso è salvo l'esame di Maturità. Il Ministero dell'Istruzione ha previsto due scenari differenti, che ruotano attorno alla data del 18 maggio, entro la quale si capirà se i ragazzi torneranno in classe prima della chiusura estiva. Se si riaprisse entro metà maggio, l'esame sarebbe simile a quello dello scorso anno, ma ristrutturato, con lo scritto d'italiano della prima prova comune per tutti gli studenti, una seconda prova personalizzata ed elaborata dalle singole commissioni in base al programma effettivamente svolto dalla classe nelle materie d'indirizzo, un orale tradizionale. Uno schema che, secondo un'indagine condotta da Skuola.net su circa tremila maturandi, è anche il preferito dal 42% degli studenti interpellati. Se l'emergenza sanitaria non consentisse il rientro in aula entro metà maggio, l'esame di Maturità consisterebbe solo in un colloquio orale, al limite da svolgersi online, più lungo e probabilmente accompagnato da esercizi pratici nelle discipline d'indirizzo. Anche questa soluzione estrema, però, non dispiace affatto agli studenti: sarebbe gradita a più di 1 su 3 (il 38%).

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