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backstair / I Superdiffusori

Come Forza Nuova ha perseguito un progetto eversivo infiltrandosi nel movimento No green pass

Dopo le manifestazioni dell’autunno 2020, Forza Nuova ha cambiato più sigle prima di presentarsi in piazza come Fronte di liberazione nazionale. Decisivo per attirare consensi è stato, nello scorso settembre, l’alleanza con il “Movimento no Green Pass, adesso basta”. Solo dopo aver utilizzato quel logo per il Fronte di Liberazione, Giuliano Castellino è riuscito a convogliare e convincere centinaia di persone a seguirlo nel corteo che si è spinto fino alle porte della sede nazionale della Cgil.
A cura di Backstair
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Perché Forza Nuova si è infiltrata nel movimento No green pass? A rivelarlo è la nuova inchiesta del team Backstair di Fanpage.it, "Forza Nuovax", che svela come nell'autunno del 2020 il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, e il segretario del partito di estrema destra, Roberto Fiore, avevano messo in piedi un progetto eversivo per sostituire il governo e scardinare i principi democratici della nostra Costituzione.

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Per realizzare il loro intento di destabilizzazione, il movimento di ultradestra aveva pubblicamente dichiarato di aver bisogno di maggiore legittimità popolare ed è stato allora che ha cominciato a cavalcare prima le proteste contro le chiusure delle attività commerciali e poi quelle contro il green pass, culminate lo scorso 9 ottobre con l’assedio alla sede nazionale della Cgil, sfruttando il malcontento verso il governo, per impossessarsi delle piazze fisiche e virtuali dei manifestanti fino ad arrivare a condizionarle per il loro scopo.

Che la pandemia potesse essere il volano per una nuova raccolta di consensi Fn l’aveva capito già in piena crisi sanitaria. Il primo atto dimostrativo lo aveva messo in scena la domenica di Pasqua del 2020, appena un mese dopo l’inizio del primo lockdown, quando un piccolo gruppo di militanti, guidati da Giuliano Castellino, in disprezzo delle regole sugli spostamenti, si prodigò in un corteo definito “una processione fino a piazza San Pietro, contro gli arresti di massa, contro la quarantena, contro i divieti. Una mobilitazione per la libertà, per tornare a lavorare, per tornare a Messa, per tornare a vivere”.

Gli episodi dell’inchiesta

Ma quando nell’autunno 2020 gli esercenti scendono in piazza per ribellarsi alle chiusure delle attività commerciali, Forza Nuova intuisce che è il momento di cavalcare a tempo pieno quelle proteste. Il motivo lo spiegano loro stessi in una riunione del 10 ottobre 2020 quando lanciano il "Governo di liberazione nazionale".  “Dobbiamo chiedere lo scioglimento di queste Camere e questo Senato – arringa il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino – istituire delle giurie popolari, togliere il potere ai pm, sciogliere il Csm e tutte le organizzazioni politiche che hanno condizionato da decenni la vita di questo Paese. "Io non voglio abbassare il livello, lo voglio alzare! Abbiamo una nazione da liberare, noi oggi dobbiamo guidare il popolo verso la liberazione".

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Il programma eversivo dovrà realizzarsi sostituendo il Governo in carica con uno di estrema destra espresso da loro. Il Governo nero di liberazione sarà così composto: Roberto Fiore, con alle spalle una condanna per associazione sovversiva e banda armata, reati poi prescritti, sarà il ministero degli Esteri, Giuliano Castellino, condannato a cinque anni e mezzo per aggressione a due giornalisti de L’Espresso e un Daspo urbano, ministro dell'Attuazione del programma, l’avvocato Carlo Taormina, ministro della Giustizia e l’ex Avanguardia nazionale Vincenzo Nardulli, ministro dello Sport.

Per attuare questo progetto Forza Nuova ha bisogno di una nuova legittimazione popolare che in quel momento non ha ed è per questo che cerca di conquistarsela sia nelle piazze che sulla rete. Nel dicembre dello stesso anno Forza Nuova, insieme ad alcuni esponenti dei gilet arancioni e del movimento no mask, dà vita alla coalizione Italia Libera, una nuova sigla dietro la quale Giuliano Castellino inizia a presentarsi al popolo delle proteste.

La loro presenza in piazza diventa costante solo nell’estate del 2021, quando il numero dei manifestanti e delle manifestazioni inizia a crescere con l'arrivo del green pass. Una delle manifestazioni più significative è quella del 7 agosto, dove sul palco sale anche il leader Roberto Fiore.  L’obiettivo di Forza Nuova, da ottobre 2020 in poi non è cambiato: “Gente che fino a ieri si guardava in cagnesco oggi si abbraccia e marcia verso la giusta direzione che è la presa del potere da parte del popolo!”, declama Fiore. Castellino gli fa eco: “Il nemico di questo popolo, il nemico di questa nazione, è a Montecitorio!".

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La reazione di piazza del Popolo, dove ogni settimana si incontrano i manifestanti che si battono contro le misure del Governo, all'inizio è brusca. La piazza prende le distanze da Forza Nuova e gli altri leader del movimento non vogliono essere accostati a Castellino, che in mano porta un megafono con gli adesivi del partito.

Per questo motivo, dopo l'estate, nel settembre 2021 il responsabile romano del partito di estrema destra inizia a nascondersi dietro l’ennesima sigla parallela, l’apolitico "Fronte di liberazione nazionale", appunto. È così che gli estremisti riescono a passare inosservati tra le persone.

È in questo momento che Giuliano Castellino, che in passato aveva provato a far breccia anche nel noto canale Telegram “Basta Dittatura!”, fa il passo decisivo per completare l’infiltrazione nel movimento No green pass. Gli estremisti avvicinano Zeno Molgora, il creatore dei più noti e diffusi canali di diffusione del movimento dal nome “No green pass, adesso basta”. È lui ad aver reso virali gli appuntamenti in tutte le città d'Italia sfruttando dei canali seguiti da decine di migliaia di persone, ed è per questo che gli estremisti di destra vogliono allearsi con lui: “Mi hanno abbordato durante le manifestazioni di Milano. Sembravano persone ben intenzionate – afferma – però, poi successivamente mi hanno solamente usato per i loro scopi”

I forzanuovisti si appropriano del simbolo creato da Molgora, che ricorda una croce celtica inclinata, e lo associano al Fronte di liberazione nazionale, decidendo in maniera arbitraria che tutte le anime del movimento debbano riunirsi sotto quel logo. Creano manifesti, cartelloni e maglie, e celati dietro questo simbolo, di grande successo nella comunità No green pass, riescono a penetrare anche nei canali di comunicazione. È da qui che Castellino, agli inizi di ottobre, fa partire la chiamata per l’ultima piazza prima dell’assalto alla Cgil: “Tutte le piazze d’Italia si fermano e vengono a Roma, non ci poniamo limiti. Sabato fermeremo il green pass.”

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“Per la manifestazione del 9 ottobre io ero nella chat degli organizzatori – continua Zeno Molgora – gli accordi erano che nessuno avrebbe messo un palco, però poi sono arrivati i primi video da Roma e ho visto che c’era il palco, già lì un po’ mi è iniziato, non dico a puzzare, però… la verità è questa: ho sbagliato a fidarmi, ecco”. Proprio da quel palco che non sarebbe dovuto esserci, vengono diffuse teorie del complotto, frasi rabbiose che scuotono la piazza, gremita di persone che provengono da tutta Italia.

Poi parte l’annuncio: “Alla fine dell’intervento di Giuliano la piazza segua Castellino. L'obiettivo lo capirete…”, annuncia Nicola Franzoni, attivista No green pass, vicino a Forza Nuova e già candidato sindaco a Carrara per Futuro e libertà nel 2012. Quando Castellino prende la parola sul palco è perentorio: “Chi ha tradito il popolo, chi ha tradito il lavoro, oggi verrà assediato dal popolo!”.

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