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Caso Regeni, news sulle indagini

Com’è andata la prima udienza del processo per l’omicidio di Giulio Regeni

Martedì 20 febbraio è iniziato il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati della morte di Giulio Regeni. Il ricercatore italiano venne sequestrato a Il Cairo, in Egitto, il 25 gennaio 2016 e il suo corpo sfigurato fu ritrovato 9 giorni dopo. Presenti in aula anche i genitori del giovane: “Sono anni che attendevamo questo momento”.
A cura di Eleonora Panseri
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È iniziato oggi, martedì 20 febbraio, il processo per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano che il 25 gennaio di 8 anni fa venne sequestrato a una fermata della metropolitana de Il Cairo, in Egitto. Il corpo sfigurato del 28enne (la madre lo riconobbe "solo dal naso") venne ritrovato 9 giorni dopo.

Giulio Regeni
Giulio Regeni

I genitori di Regeni: "Otto anni che aspettavamo questo momento"

I genitori del giovane, Paola Deffendi e Claudio Regeni, che non hanno mai smesso di lottare per avere giustizia, oggi erano presenti nell'aula della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, a Roma, insieme alla sorella di Giulio, Irene. "Erano otto anni che aspettavamo questo momento. Finalmente speriamo che il processo possa partire", è stato il loro commento.

"Sono state sollevate le questioni preliminari che erano già stata rigettate in tutte le altre aule di giustizia: speriamo, dopo la decisione della Consulta che rafforza molto la nostra posizione, di potere avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio", hanno aggiunto.

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Come si legge su Repubblica, in tribunale, davanti alla giuria popolare della corte d’Assise, c'era anche il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, il magistrato che per anni ha lottato per arrivare a questo punto e dietro di lui l’avvocata di parte civile Alessandra Ballerini. E c'erano anche tanti esponenti delle istituzioni, della società, del mondo universitario e dei media.

Assenti i quattro imputati

Assenti invece i quattro agenti della sicurezza nazionale, rinviati a giudizio a dicembre scorso, imputati per sequestro di persona pluriaggravato: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.

Di loro, ufficialmente, non si hanno notizie da anni, non è possibile recapitare atti perché l’Egitto rifiuta di fatto di collaborare. La legge italiana però permette ugualmente di processarli.

Le richieste della difesa

Durante questa prima udienza gli avvocati degli imputati hanno sollecitato ai giudici di dichiarare la nullità del decreto che dispone il giudizio su una serie di questioni tra cui la indeterminatezza del capo di imputazione e il difetto di giurisdizione. Dalle difese è stato chiesto, inoltre, di comunicare all'autorità egiziane che la sentenza della Consulta ha "fatto cambiare le cose, in modo da fare dichiarare al Cairo l'assenza di loro cittadini".

Eccezioni su cui la Procura di Roma, rappresentata in aula da Colaiocco, ha replicato sostenendo che già altri giudici si sono espressi in passato respingendole e quindi chiedendone il rigetto. La stessa richiesta è stata avanzata anche dalle parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio.

Decisione rinviata al prossimo 18 marzo

Il giudice si è quindi riservato di decidere nella prossima udienza che è stata fissata per il 18 marzo alle ore 9.30. All'esterno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio è stato organizzato un sit in durante il quale è stato mostrato lo striscione con la scritta: "Verità per Giulio".

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