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Luca Cardillo e la sua battaglia contro il tumore

Ciao Luca, grazie per quello che hai fatto per noi, per tutto ciò che ci hai insegnato

La tua forza, il tuo sorriso, la tua voglia di vivere: ci hai insegnato tanto Luca. Il tuo cuore era grande – volevi donare i giocattoli ai bimbi del reparto pediatrico del Policlinico di Catania – e la tua famiglia meravigliosa. Tua sorella Lidia, una guerriera, è riuscita a portarti negli Usa con un’incredibile mobilitazione sul web, i tuoi genitori due rocce, sempre con te.
A cura di Fabio Giuffrida
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Luca Cardillo
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Non potrò mai dimenticare il suo sorriso, nonostante tutto. Nonostante fosse consapevole che la sua battaglia sarebbe stata difficile o forse impossibile. Mi ricordo gli ultimi video inviati a Fanpage.it: lui sempre sorridente, con una forza d'animo, con una grinta, con una voglia di vivere che non riuscirei nemmeno a descrivere. Luca mi ha, anzi ci ha insegnato tanto. Aggrappato alla vita fino all'ultimo, fino all'ultimo respiro, anche quando i medici gli avevano spiegato che l'intervento alla gamba sarebbe stato troppo rischioso, che sarebbe morto sotto i ferri. Lui non si è mai perso d'animo. Rientrato in Italia sperava di proseguire le cure, di tentare l'impossibile, di tornare a recitare – perché lui voleva fare l'attore – e, perché no, anche a uscire coi suoi amici di sempre o andare al mare con la sua meravigliosa famiglia.

La sua famiglia. Non potrò mai dimenticare gli occhi di mamma Pina e di papà Leonardo pronti a prendere un volo dall'aeroporto di Catania diretto a Houston, in Texas. Lì Luca avrebbe tentato di salvarsi, all'MD Anderson Cancer Center; lì si sarebbe giocato l'ultima carta, quella di curare le metastasi polmonari e di rimuovere il tumore maligno alla gamba destra. Nessuna paura ma tanta speranza, tanta voglia di tornare vincitore. Io avevo voluto accompagnarlo fin sopra l'aereo. Volevo salutarlo prima di quel lungo viaggio. Loro, Pina, Leonardo e Luca, erano felici, quello era un sogno che si avverava. Ed era merito anche dei nostri lettori, che con grande generosità hanno raccolto oltre 400mila euro. 

Era merito soprattutto di Lidia, la sorella di Luca, la sorella che tutti vorrebbero avere: lei che, un giorno, stanca di vederlo soffrire, ha registrato un video, ha aperto una raccolta fondi e ha trasformato l'impossibile in realtà. Quando ci ha contattati, le abbiamo promesso che non li avremmo mai lasciati da soli: e così è stato. E lo sarà fino all'ultimo, fino a quello dell'ultimo saluto a Luca, domani pomeriggio al Duomo di Giarre.

Ricordo che, quando i medici americani lo stavano preparando all'operazione – salvo poi doverci rinunciare a causa di alcune complicanze – Luca era già alla ricerca della sua prima protesi. Era entusiasta, non aveva paura dell'operazione, della perdita della sua gamba destra. Luca guardava oltre: col suo sorriso selezionava la protesi più bella e adatta a lui. Io e suo cugino non riuscivamo a capire dove trovasse tutta questa forza.

Il suo cuore era grande. Poche settimane prima di morire, mi ha fatto contattare dai suoi familiari perché voleva compiere un gesto bellissimo: comprare tanti giocattoli da donare ai piccoli pazienti del reparto oncologico del Policlinico di Catania. Non ha avuto il tempo (ma non escludiamo che lo facciano presto i suoi familiari).

E il "grazie per tutto quello che hai fatto", che ho ricevuto poco fa dai suoi familiari, lo dedico a Luca: grazie per tutto quello che hai fatto per noi, per quello che ci hai insegnato. Ciao Luca, ci manchi già tantissimo.

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