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Chiusura A26, procuratore Cozzi: “Ponti sono come dei balconi rimasti solo con le piastrelle”

“Non abbiamo preso un provvedimento avventato, i nostri consulenti hanno rilevato ieri un grave stato di degrado che consisteva in una mancanza di cemento che imponeva un controllo sicurezza immediato per pericolo di rovina” ha spiegato il Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo le polemiche per la chiusura della A26.
A cura di Antonio Palma
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"Per fare un paragone, su quei viadotti della A26 era come se in un balcone la soletta sottostante fosse completamente sgretolata e la parte sana solo quella piastrellata", così il Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, ha descritto lo stato di alcuni dei ponti sull'autostrada A26 per i quali la Procura ha chiesto una immediata verifica portando alla parziale chiusura di alcuni tratti. "Noi non ci sostituiamo a nessuno, alle competenze di nessuno, il nostro compito è casomai di sollecitare gli interventi di competenza di altri" ma "i nostri consulenti hanno rilevato ieri un grave stato di degrado che consisteva in una mancanza di cemento che imponeva un controllo sicurezza immediato per pericolo di rovina" ha aggiunto il Procuratore parlando nel pomeriggio di martedì dopo le polemiche scaturite dalla chiusura dell'autostrada che di fatto ha quasi isolato il capoluogo ligure .

"Deve essere chiara una cosa: noi non abbiamo preso un provvedimento avventato, ma è stato un provvedimento tempestivo che non poteva essere procrastinato. Non è stata una decisione avventata" ha tenuto a precisare ancora i Procuratore, aggiungendo: "Ho seguito le operazioni tutta la notte. Quello che è successo e che i nostri consulenti hanno visto che su quei viadotti erano stati controllati ed erano stati segnalati con voti entro il 50. Quando in realtà erano a 70 e quindi si doveva intervenire".

"È vero che Aspi ha programmato una serie di interventi anche con società esterne. È in atto un piano di controllo che mi auguro venga seguito anche dal ministero, perché non spetta a noi" ma "L'impressione che abbiamo avuto, nei mesi scorsi, è quella di una sottovalutazione dello stato delle infrastrutture" ha proseguito Cozzi, sottolineando che ora "bisognerà vedere, con le indagini, se quanto successo prima era una filosofia generale, quella degli omessi controlli, oppure se si sia trattato di episodi singoli. Quello che è successo prima è una cosa che non deve più succedere".

Il riferimento del procuratore genovese è all'inchiesta nata con il crollo del Ponte Morandi che poi si è estesa proprio con il filone dei falsi report sulle condizioni dei viadotti delle autostrade. "Le istituzioni devono avere consapevolezza. Non si può girare la testa dall’altra parte. Non faccio allarmismo, è consapevolezza della situazione" aveva dichiarato poco prima lo stesso Cozzi Non è compito della Procura verificare se sono o meno in condizioni di sicurezza. Una sottovalutazione degli stati di degrado, un rimandare le opere che servono, non è una politica che produca buoni risultati. I nodi prima o poi vengono al pettine come sta emergendo da più fatti” ha concluso il Procuratore.

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