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Omicidio Chiara Gualzetti a Monteveglio

Chiara Gualzetti, killer capace di intendere e di volere per la perizia: “Il delitto era il suo show”

L’assassino della 16enne Chiara Gualzetti risulta capace di intendere e di volere secondo la perizia psichiatrica voluta dal pm della Procura dei Minori di Bologna.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Chiara Gualzetti
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Era assolutamente capace di intendere e di volere l'assassino di Chiara Gualzetti, la 16enne massacrata lo scorso 27 giugno da un coetaneo nel Bolognese. Il ragazzino, sottoposto a perizia psichiatrica sotto richiesta del pm della Procura dei minori di Bologna Simone Purgato, era completamente lucido al momento dell'omicidio. Il report si basa su quattro mesi di colloqui ed esami che rispondono non solo alle domande riguardanti la sua salute mentale, ma anche a quelle riguardanti un possibile processo da affrontare. Il 16enne è in grado di sostenere un procedimento penale e lo psichiatra ha  categoricamente escluso la presenza di profili psichiatrici, deliri o allucinazioni che possano aver compromesso la capacità del 16enne di comprendere quanto stesse facendo.

"Ho scelto Chiara perché mi stava sempre addosso" aveva detto il 16enne nei primi interrogatori dopo il fermo. "Era innamorata di me e mi opprimeva. Mi aveva stancato". Agli inquirenti aveva inoltre raccontato di aver ucciso l'amica e coetanea spinto da alcune "voci". In particolare aveva detto di essere stato costretto dal demone Samael, personaggio preso in prestito dalla serie tv Lucifer disponibile su Netflix. Già nell'ordinanza della convalida dell'arresto e di custodia cautelare in carcere, il gip scriveva che il 16enne era apparso freddo e senza scrupoli. Il ragazzino ha infatti attirato Chiara in una vera e propria trappola, usando come scusa per incontrarla un regalo da farle. I due hanno camminato fino all'Abbazia di Monteveglio, poi il 16enne ha chiesto alla vittima di voltarsi per farle una sorpresa. Quando lei gli ha dato le spalle, l'ha accoltellata.

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Secondo le indagini, il giovane ha poi ulteriormente infierito sul corpo della ragazza con altre due coltellate frontali, calci e pugni. Subito dopo ha scritto un messaggio a un'amica, raccontando quanto appena commesso. Prima di abbandonare il luogo del delitto, l'adolescente ha fatto sparire il cellulare di Chiara, ha cancellato le chat e si è premurato di ripassare davanti casa della vittima, lì dove erano le telecamere. Ha cercato, secondo gli inquirenti, di depistare le indagini e negare quanto fatto fino al fermo. Poi, durante gli interrogatori, ha messo in atto un vero e proprio show: si è mostrato alle forze dell'ordine con le lenti a contatto rosse e sempre con quelle indosso ha raccontato il delitto commesso senza mai scomporsi.

Dal 28 giugno il ragazzo si trova nel carcere del Pratello, sotto controllo di agenti, educatori e psicologi. La famiglia di Chiara, assistita dall'avvocato Giovanni Annunziata, ha fondato un'associazione per aiutare donne in difficoltà. "Mi figlia è stata vittima di un femminicidio" aveva detto il padre della ragazzina ai giornalisti subito dopo la camera ardente.  

L'avvocato della famiglia Gualzetti: "Determinante per il processo"

"La conferma della capacità di intendere e di volere è determinante per poter arrivare a un processo – spiega a Fanpage.it l'Avvocato Giovanni Annunziata, difensore della famiglia della vittima -. Dal punto di vista legale questa è una notizia importante. L'idea che una mente lucida possa aver concepito una tale crudeltà resta sicuramente spaventosa"

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