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Conclave, elezione del nuovo Papa

Chi è Matteo Zuppi, il cardinale che fu compagno di classe di De Gregori e inviato di pace di Papa Francesco

Tra i cardinali favoriti al conclave dopo la morte di Papa Francesco c’è Matteo Zuppi, 69 anni, arcivescovo metropolita di Bologna e presidente della Cei che potrebbe diventare Pontefici: dagli studi al liceo con De Gregori e Sassoli ai viaggi come inviato di pace in Russia e Ucraina.
A cura di Ida Artiaco
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Tra i nomi dei favoriti al conclave che inizierà il prossimo 7 maggio e che dovrà eleggere il 267esimo Pontefice della storia della Chiesa cattolica, dopo la morte di Papa Francesco avvenuta il 21 aprile scorso, c'è quello del Cardinale Matteo Zuppi. Arcivescovo metropolita di Bologna dal 2015 e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) dal 2022, ha 69 anni ed è di origine romana. Definito da tutti come un "pastore diplomatico", è probabilmente il candidato al soglio pontificio più in linea con le idee di Bergoglio, che l'ha voluto non a caso come suo inviato per le missioni di pace in Russia ed Ucraina, dove ha incontrato rispettivamente il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il presidente Volodymyr Zelensky.

Chi è il cardinale Matteo Zuppi, dal liceo con De Gregori a Bologna

Classe 1955, Zuppi è il quinto dei sei figli di Enrico Zuppi, per oltre trent'anni direttore dell'Osservatore della Domenica, e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Carlo Confalonieri. "Sono figlio di giornalisti come faccio a non sopportarvi, mio padre era giornalista", ha detto Zuppi lasciando ieri la congregazione che si è tenuta in mattinata in Vaticano.

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Ha frequentato il liceo Virgilio di Roma, proprio negli anni in cui nella stessa scuola studiavano il cantautore Francesco De Gregori e il giornalista ed ex presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, di cui qualche anno fa ha celebrato anche i funerali. Dopo il seminario, si è anche laureato in lettere alla Sapienza con una tesi sulla storia del cristianesimo. Il primo incarico pastorale è sempre a Roma, nel quartiere Trastevere, dove è rimasto per trent'anni. Nel 2015 Papa Francesco lo ha reso arcivescovo di Bologna, in sostituzione di Carlo Caffarra, dimessosi per limiti d'età. Nella città emiliana è famoso per vivere in un pensionato per preti anziani, girare in bicicletta e parlare con tutti i politici. Dal 2022 è presidente della Cei.

Le missioni di Pace in Russia e Ucraina

Nel maggio del 2023 il cardinale Zuppi è stato designato da Papa Francesco come proprio inviato in Russia e Ucraina per tentare di portare la pace tra le due parti, in conflitto dal 2022. Scopo principale dell’iniziativa era – secondo quanto riferito all'epoca dalla Santa Sede – "incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace". Dopo Kiev, che visitò all'inizio di giugno 2023 e dove incontrò il presidente Zelensky, Zuppi volò a Mosca dove ebbe un colloquio, tra gli altri, con Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del presidente Putin. Ma senza arrivare ad un accordo.

Da sinistra. il cardinale Zuppi e il ministro degli Esteri russo, Lavrov.
Da sinistra: il cardinale Zuppi e il ministro degli Esteri russo, Lavrov.

Ad agosto di quell'anno nel corso di un'omelia Zuppi affermò che "il sogno di un'amicizia di tutti i popoli si scontra con la tentazione di restare ripiegati su se stessi, o peggio di cercare sicurezza alzando nuove frontiere, con antagonismi e polarizzazioni che perdono l'insieme: è sempre pericoloso, perché vuol dire anche non capire e non aiutare a trovare le soluzioni". Poi, in una intervista, puntò il dito contro l'Unione Europea: "Fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l'invito di Papa Francesco a una pace creativa. Dovremmo cercare una ripresa dello spirito europeo, essere consapevoli di quanto questo sia indispensabile se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro di pace. Il problema dei nazionalismi, qualunque essi siano, è che se si collocano in un respiro ampio, universale, prima o poi diventano pericolosi perché contrappongono e dividono".

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