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Chi è Chico Forti, perché è in carcere negli USA e non è ancora tornato in Italia dopo 24 anni

La Meloni ha annunciato che Chico Forti tornerà presto in Italia. La storia dell’italiano condannato nel 2000 all’ergastolo per un omicidio a Miami e del perché non è ancora riuscito a lasciare gli USA.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo 24 anni Chico Forti sarà trasferito in Italia. Lo ha annunciato oggi la premier Giorgia Meloni in un video da Washington. Il 64enne triestino, ex velista e produttore televisivo italiano, è stato condannato all’ergastolo per un omicidio avvenuto in Florida nel 1998. Due anni dopo è arrivata la sentenza d'ergastolo, dopo il rischio di sedia elettrica.

Dal 15 giugno 2000 Forti si dice vittima di un complotto.

Chi è Chico Forti, detenuto da 24 anni negli USA

Enrico Forti, detto "Chico", è nato a Trento l’8 febbraio 1959.  Ex campione di windsurf, produttore tv, uomo d’affari e organizzatore di eventi, nel 1990 partecipa a ‘Telemike' dove vince una grossa somma di denaro, grazie alla quale nel 1992 si trasferisce negli USA. Lì dove conosce la moglie Heather Crane, madre dei suoi tre figli.

Nel 1998 viene accusato dell’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale l'imprenditore trentino stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza.

L’ipotesi era che qualcuno avesse informato Dale Pike che suo padre, affetto da demenza senile, stava per essere raggirato da Forti. Il cadavere della vittima (con due proiettili nel cranio) viene ritrovato su una spiaggia in Florida, vicino ad un parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all'aeroporto.

La condanna all'ergastolo e l'ipotesi di complotto

Chico Forti viene dunque condannato nel 2000 all’ergastolo senza possibilità di condizionale e rinchiuso nel Dade correctional institution di Florida City, vicino a Miami.

L'italiano si è sin dall'inizio dichiarato innocente e vittima di un errore giuziario. La vicenda giudiziaria, del resto, è stata sempre caratterizzata da punti  oscuri e incongruenze. Dopo le primi indagini, l'ipotesi di truffa viene subito archiviata. I legali dell'imputato evidenziano che a Forti non erano stati letti i suoi diritti e di omessa comunicazione alle autorità consolari italiane di ciò di cui si stava accusando l'italiano, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Vienna.

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Forti successivamente invocherà l'intervento della Convenzione di Strasburgo che consente a una persona condannata in un Paese diverso da quello di appartenenza può ottenere di scontare la pena nel proprio. Da allora però poco o niente è stato fatto per riportarlo in Italia.

Il legale Joe Tacopina aveva definito il caso "il più grande errore giudiziario mai visto, non ci sono prove, non c'è movente".

Perché Chico Forti non è ancora tornato in Italia

Nel corso degli anni inchieste sia giornalistiche che televisive (come Le Iene) hanno provato a ridare attualità al caso. Nel dicembre 2020 l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio era arrivato ad annunciare l'imminente ritorno in Italia di Chico Forti, poi sfumato per problemi burocratici. Nel 2021 ci ha provato anche l’allora Guardasigilli Anna Marta Cartabia.

Il motivo principale per il quale il 65enne italiano non è ancora tornato nel proprio Paese sarebbe legato ai documenti che il dipartimento della giustizia americano avrebbe dovuto inviare al nostro ministero della Giustizia per trovare un accordo sulla commutazione della pena e relativo trasferimento; documenti che non non sarebbero mai arrivati in Italia.

Il più attivo nella ricerca della verità per dimostrare l'innocenza di Chico è sempre stato lo zio Gianni. “Senza questi documenti Chico non può rientrare – sottolinea Gianni Forti – Dall’annuncio del ministro Di Maio sembrava che sarebbero passate poche settimane, lo aspettavamo il 14 febbraio per il compleanno della mamma che ha compiuto 93 anni, poi a Pasqua, infine a maggio. Invece, ancora niente. Siamo fermi al palo”.

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