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Catechista e autista di scuolabus arrestati per pedopornografia: “Nei pc più di 1.500 tra foto e video”

Cinque arresti tra i quali un catechista e l’autista di uno scuolabus. Sono accusati di possesso e diffusione di materiale pedopornografico. “L’indagine è durata un anno – ha spiegato a Fanpage.it la dotteressa, Lorena La Spina, dirigente della polizia postale a capo dell’operazione – uno dei soggetti arrestati aveva oltre 1.500 file pedopornografici”.
A cura di Chiara Ammendola
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La polizia postale al lavoro
La polizia postale al lavoro

È durata un anno l'indagine che questa mattina ha portato all'arresto di cinque persone per possesso di materiale pedopornografico. Tra loro anche l'autista di uno scuolabus e un catechista. Mentre sono 26 le persone che sono state denunciate dalla Polizia di Stato di Firenze che ha condotto l'operazione insieme con il Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale.

“Attraverso le indagini abbiamo individuato dei link di accesso a un servizio di cloud storage all'estero utilizzato anche per scaricare materiale pedopornografico – ha spiegato a Fanpage.it la dotteressa, Lorena La Spina, dirigente della polizia postale a capo dell'operazione – che ha permesso di individuare centinaia di utenti a livello nazionale”.

L'attività è nata nell'ambito della più ampia operazione "Dictum", supportata operativamente dal Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale ed originata da un'indagine del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per la "Lombardia"-, che ha visto coinvolti oltre 1.700 utenti residenti in Italia.

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Di questi, 31 sono stati individuati in Toscana. Ai 31 indagati, cinque dei quali sono finiti in manette, sono stati sequestrati i dispositivi informatici all'interno dei quali è stato rinvenuto il materiale pedopornografico. Si tratta di migliaia di foto e video di minori coinvolti in atti sessuali con adulti o con altri minori, oltre che in atti di autoerotismo, che venivano scaricate da internet e poi catalogate in base alla tipologia.

“Il pubblico ministero ha fatto richiesta di misura cautelare e il giudice l'ha accolta. All'inizio per uno dei soggetti la cui posizione è stata ritenuta la più grave, è stata disposta la misura cautelare in carcere – continua LaSpina – si tratta di un soggetto che aveva oltre 1.500 file pedopornografici oltre a diversi giga di materiale custoditi su un cloud estero. Nei confronti degli altri soggetti sono state disposte misure variabili dagli arresti domiciliari all'obbligo di dimora”. 

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