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Catanzaro, sequestrato l’ecomostro sulla spiaggia. Sigilli a 71 villette sul mare

La Procura di Catanzaro ha definito le 71 villette poste sotto sequestro con l’accusa di abuso edilizio e impedimento di uso pubblico di spazio demaniale, un “ecomostro diffuso”. Le abitazioni, residenze estive della Catanzaro bene, saranno ora abbattute dopo che le famiglie proprietarie avranno sgomberato le strutture.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Procura di Catanzaro lo ha definito un "ecomostro diffuso" che continua ad erigersi sulla spiaggia di Caminia, nel Comune di Stalletì. Sono villette costruite negli anni che presto saranno abbattute. Quell'ecomostro è da decenni la residenza estiva della "Catanzaro bene". L'accusa è di occupazione abusiva di demanio marittimo e ci sono 68 indagati che si sono visti notificare un decreto di sequestro emesso dal gip Giulio De Gregorio su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell'aggiunto Giancarlo Novelli e della pm Graziella Viscomi. Lo riporta Il Fatto Quotidiano.it. La sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e il personale della guardia costiera hanno applicato i sigilli a 71 immobili costruiti sulla spiaggia senza permessi e concessioni da parte del Comune di Stalletì. A uno degli indagati è stato sequestrato un intero complesso residenziale, realizzato sullo stesso suolo. Si tratta di nove bungalow e un parcheggio. L'accusa è di impedimento dell'uso pubblico di spazio demaniale e invasione di terreni pubblici. 

L'area interessata dall'occupazione degli immobili riguarda una fascia di terra compresa tra la spiaggia e la linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria. Circa 5mila e 700 metri quadri in passato proprietà del Comune di Stalletì, ma dal 1876 passati al demanio marittimo a causa di un esproprio da parte dell'allora Società delle Strade Ferrate per il Mediterraneo, che aveva acquisito la fascia a ridosso del mare necessaria per la realizzazione dell'attuale linea ferroviaria. Alla fine degli anni sessanta è iniziata quella che per i pm è una "corsa alla terra in cui si sono precipitati coloro che non hanno inteso rispettare le procedure di legge". Decine di famiglie del catanzarese hanno quindi costruito i bungalow, il parcheggio e 61 manufatti di diverse dimensioni adibiti ad abitazioni destinate alle vacanze estive.

Secondo quanto emerge nelle indagini condotte dalla Capitaneria di porto e dai carabinieri, i proprietari delle case estive sequestrate non hanno mai posseduto alcun titolo concessorio, né hanno autorizzazioni edilizie. Il territorio potrebbe, inoltre, essere soggetto a frane, alluvioni e inondazione. L'area è infatti caratterizzata da livelli di rischi e pericoli connessi all'erosione costiera. Già nel 2016, la Corte di Cassazione aveva stabilito che era necessario procedere al sequestro delle villette di Caminia. La sentenza, però, non è mai stata rispettata. Le costruzioni sequestrate fino ad oggi hanno impedito l'uso pubblico di contrada Caminia mentre gli indagati continuavano a risiedere nell'area dal grandissimo valore paesaggistico e dalla naturale destinazione all'uso collettivo. Con il sequestro disposto dal gip, gli immobili verranno affidati in custodia all'ufficio demaniale competente. Le villette della "Catanzaro bene" dovranno essere sgomberate dai rispettivi proprietari entro 90 giorni. Subito dopo, i bungalow saranno rimossi dalle ruspe.

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