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Marò in India

Caso Marò, Massimiliano Latorre chiede i danni allo Stato: pronto a causa civile in Tribunale

Al momento siamo ancora in fase di mediazione ma lo scontro legale sarebbe inevitabile visto che dall’avvocatura di stato non sarebbero emerse aperture in tal senso. I due marò hanno sempre lamentato la decisione di essere stati rispediti in India.
A cura di Antonio Palma
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Il marò Massimiliano Latorre sarebbe pronto a trascinare lo stato italiano in tribunale per chiedere i danni di quanto patito durante la nota e lunghissima vicenda che lo ha visto coinvolto con il collega fuciliere della Marina, Salvatore Girone. Assistito di suoi legali, il luogotenente Latorre, ora impiegato allo Stato maggiore, avrebbe avanzato precise richieste di danni, soprattutto legate al suo stato di salute che è stato compromesso proprio durante la prigionia in India.

Come ricostruisce il Fatto Quotidiano, al momento siamo ancora in fase di mediazione davanti all’Ordine degli avvocati di Roma, come prevede la procedure civile, ma lo scontro sarebbe inevitabile visto che dall'avvocatura di stato non sarebbero emerse aperture in tal senso. Gli avocati che rappresentano lo stato, infatti, puntano sul fatto che il paese ha sempre sostenuto i suoi militari pagando ad esempio diversi milioni di euro al pool internazionale di legali che si è occupato del caso ma anche i danni alle famiglie dei pescatori indiani, precondizione perché poi i due marò fossero liberati.

Latorre, così come anche Girone, invece lamentano il fatto di essere stati rispediti in India dopo la famosa licenza in Italia. Un gesto che sarebbe potuto costare loro la pena di morte e che costò a Latorre un gravissimo ictus. "Purtroppo faccio un lavoro d'ufficio. Sono sempre in Marina, ma per motivi di salute ho perso l'abilitazione alla brigata marina San Marco. Mio malgrado devo stare dietro una scrivania, mi sento come un leone in gabbia" aveva detto alcuni mesi fa Latorre.

Proprio sul caso della restituzione dei nostri militari all'India, nonostante rischiassero la pena di morte, Edmondo Cirielli, neoviceministro degli Esteri, ha presentato una proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta "sulla condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone".  "Con un'azione simile probabilmente si potrebbe venire a capo di quanto accaduto e credo che sia un dovere civico e morale ed un atto dovuto" ha affermato la moglie di Latorre Paola Moschetti.

Per il caso degli spari sul barcone di pescatori scambiati per pirati e uccisi mentre i militari italiani si trovavano in missione a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie nel 2012, i due marò sono stati infine assolti dal giudice di Roma, dopo un complesso arbitrato internazionale all’Aja, che aveva consentito di processarli nel nostro Paese. Per i giudici hanno rispettato le regole di ingaggio, sparando perché ritenevano in buona fede che fosse in corso un attacco pirata alla petroliera.

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