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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Cucchi, Cassazione annulla assoluzione dei medici, ma adesso scatta prescizione

I cinque medici dell’ospedale romano Pertini erano accusati dell’omicidio colposo del ragazzo romano arrestato per spaccio e morto in circostanze ancora da chiarire il 22 ottobre del 2009. Domani comunque scatterà la prescrizione del reato.
A cura di Charlotte Matteini
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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza dell'Appello bis che aveva assolto i cinque medici dell'ospedale romano Pertini accusati dell'omicidio colposo di Stefano Cucchi, Stefano Cucchi, il ragazzo arrestato per spaccio e morto in circostanze ancora da chiarire il 22 ottobre del 2009. Va detto che i proscioglimenti sono stati annullati con rinvio ma domani scatterà la prescrizione del reato. I medici che erano stati rinviati a giudizio sono Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo.

"Sono passati 7 anni, 5 mesi e 28 giorni dalla morte di Stefano Cucchi e siamo alla vigilia della prescrizione del reato di omicidio colposo contestata ai cinque medici assolti in Appello. Siamo molto turbati da questa vicenda: ma il processo si svolge qui ed ora e si tratta di un reato al momento non prescritto e così lo affronto chiedendo l'annullamento delle assoluzioni e salvando gli aspetti risarcitori", ha spiegato il Pg durante la requisitoria, criticando il verdetto emesso dai giudici nell'ambito dell'appello bis per aver "eluso il mandato della Cassazione" e non aver disposto "una nuova perizia".

Nel corso della requisitoria davanti alla Corte d'Assise d'Appello dell'otto giugno 2016 il pg Rubolino chiese la condanna dei medici del Pertini sostenendo che Stefano Cucchi fosse stato vittima di tortura "come Giulio Regeni" e chiese 4 anni di carcere per il primario Aldo Fierro e tre anni e sei mesi per gli altri quattro medici accusati di omicidio colposo per non aver fornito a Cucchi le cure necessarie affinché non morisse. Gli imputati però vennero tutti assolti perché secondo i giudici del processo di appello bis “è possibile individuare la causa della morte nella sindrome da inanizione", ovvero uno stato di decadimento generale, di deperimento organico come effetto della mancanza o della insufficienza di alimentazione, “causata da un’insufficiente alimentazione e idratazione iniziata prima dell’arresto alla quale devono aggiungersi le patologie da cui era affetto (epilessia, tossicodipendenza e riferito morbo celiaco), lo stress per i dolori delle lesioni lombo-sacrali e un ‘quasi’ digiuno di protesta”.

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