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Caso botulino: a Cosenza sale a 17 il numero dei ricoverati. Iss: “In Italia 1.300 casi dal 2001 a oggi”

Le autopsie confermano: Tamara D’Acunto e Luigi Di Sarno sono morti per botulino dopo aver mangiato panini da un food truck a Diamante. A Cosenza salgono a 17 i ricoverati, tra cui due 17enni. Dieci gli indagati, tra medici, l’ambulante e produttori. Iss: in Italia dal 2001 oltre 1.300 casi, perlopiù legati a conserve fatte in casa.
A cura di Biagio Chiariello
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Le autopsie sui corpi di Tamara D’Acunto, 45 anni, e Luigi Di Sarno, 52 anni, hanno sciolto ogni dubbio: a ucciderli è stata un’intossicazione da botulino. I due erano morti a pochi giorni di distanza, dopo aver mangiato un panino con salsiccia e friarielli acquistato da un venditore ambulante sul lungomare di Diamante, in provincia di Cosenza.

Di Sarno, originario di Cercola (Napoli) e in vacanza con la famiglia sull’Alto Tirreno cosentino, si era sentito male e aveva cercato assistenza medica a Belvedere Marittimo, come ha raccontato a Fanpage anche un suo amico. Nonostante i sintomi, era ripartito per rientrare in Campania, ma il suo viaggio si era interrotto tragicamente a Lagonegro. Tamara D’Acunto, residente a Diamante, aveva invece accusato un malore poche ore dopo il pasto ed era stata portata all’ospedale di Cetraro. Era morta poco dopo, tanto che il funerale si era già celebrato quando, alla luce dei primi casi di sospetto botulismo emersi in città, il fratello aveva chiesto alla Procura di disporre la riesumazione del corpo.

Gli esami, condotti dal pool dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e dal Centro nazionale di riferimento per il botulismo dell’Istituto superiore di sanità, hanno confermato il sospetto. Oltre ai segni tipici dell’intossicazione, è stato rilevato un indice di asfissia compatibile con l’azione della tossina e sono state trovate tracce delle cime di rapa utilizzate nel panino, ora sotto analisi approfondite.

A Cosenza sale a 17 il numero dei ricoverati, 10 gli indagati

L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Domenico Fiordalisi e dal sostituto Maria Porcelli, vede indagate dieci persone: il venditore ambulante, tre rappresentanti legali dell’azienda produttrice e distributrice del prodotto e sei medici che avevano avuto in cura le due vittime – tre di una struttura privata di Belvedere Marittimo, due dell’ospedale di Cetraro e uno del 118. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.

Il focolaio non si è fermato. All’ospedale Annunziata di Cosenza sono ora 17 i pazienti ricoverati: cinque in terapia intensiva (tre in miglioramento, due in condizioni più complesse), cinque in pediatria e sette nei reparti di area medica. Tra gli ultimi ricoveri, due ragazzi di 17 anni con sintomi compatibili, al momento stabili. Finora sono stati somministrati sette sieri anti-botulino.

Botulino, Iss: quasi 1.300 casi dal 2001 a oggi

L’Istituto superiore di sanità ha confermato il botulismo anche per altri quattro pazienti arrivati all’Annunziata. Secondo i dati nazionali, dal 2001 al 2024 in Italia sono stati segnalati 1.276 casi sospetti di botulismo, di cui 574 confermati: il 91,6% legati a conserve alimentari, il 7,5% a botulismo infantile e meno dell’1% a ferite infette. In media, 53 segnalazioni l’anno, 24 confermate, con 15 decessi e un tasso di letalità del 2,6%.

"Una delle ragioni principali della persistenza del botulismo in Italia – spiega Fabrizio Anniballi, responsabile del Centro di riferimento dell’Iss – è la forte tradizione conserviera, soprattutto domestica, che in alcune regioni resta molto diffusa. Se non eseguite correttamente, queste preparazioni possono trasformarsi in un pericolo per la salute pubblica".

Per prevenire il rischio, l’Iss ha diffuso un decalogo su dove può annidarsi il botulino, come riconoscerne i sintomi, l’importanza della bollitura, le regole per preparare conserve sicure, i controlli da fare prima del consumo e le precauzioni per alimenti destinati ai bambini. Anche il congelamento, avvertono gli esperti, non elimina la tossina: solo la corretta sterilizzazione può evitare conseguenze potenzialmente letali.

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