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Caro voli a Natale: tornare in Sicilia costa fino al 900% in più. Regione valuta nuovo treno speciale

Tornare in Sicilia a Natale diventa economicamente sempre più difficile: i prezzi dei voli schizzano fino al +900% rispetto a gennaio, denuncia il Codacons. Tra aerei carissimi e treni pieni, restano bonus regionali e il Sicilia Express, ma per molti rientrare a casa è ormai un lusso.
A cura di Biagio Chiariello
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Chi vuole tornare a casa durante il periodo natalizio deve spesso vedersela con prezzi altissimi dei trasporti. Fanpage.it sta raccogliendo le testimonianze dei vostri viaggi. Il quadro che ne esce fuori è parecchio critico. Se anche tu hai avuto un’esperienza simile o stai avendo difficoltà nel tornare a casa per le feste, scrivici a segnalazioni@fanpage.it o clicca qui.

C’è un momento preciso in cui, per migliaia di siciliani che vivono lontano dall’Isola, il Natale passa dall’essere il tradizionale e spensierato appuntamento con la famiglia ad un pesante conto da pagare. Succede quando si apre un sito di prenotazione per acquistare il biglietto per tornare a casa e compaiono cifre che sembrano appartenere a tutt’altro viaggio. Non New York o magari il Giappone: Palermo e Catania, sotto le feste, costano spesso di più di mete ben più esotiche.

Caro voli di Natale: tornare in Sicilia costa sempre di più

Il copione è noto e si ripete con puntualità. La domanda cresce, l’offerta resta rigida e i prezzi decollano. Chi parte dal Nord Italia e prova a rientrare in Sicilia tra il 19 dicembre e l’Epifania si imbatte in tariffe che superano facilmente i 350 euro anche scegliendo l’opzione più spartana, senza bagagli e senza flessibilità. Basta aggiungere un trolley, o una valigia in stiva, per vedere il totale avvicinarsi — e talvolta superare — quota 700 euro. Accorciare il soggiorno cambia poco: il costo resta elevato e il margine di risparmio è minimo.

Neppure spezzare il viaggio offre vere soluzioni. Una sola andata da Milano a Catania può costare oltre 150 euro, il ritorno altrettanto caro. Alla fine, la somma supera abbondantemente i 300 euro, senza extra e senza garanzie. Tornare a casa per le feste, più che un diritto, sembra una scommessa.

La denuncia del Codacons: +900% rispetto a gennaio

A mettere nero su bianco l’entità del fenomeno è il Codacons, che parla apertamente di rincari fuori scala: fino al +900% rispetto alle tariffe applicate in periodi ordinari. Il confronto tra i voli di fine dicembre e quelli di gennaio racconta una forbice che si allarga in modo impressionante su tutte le principali rotte tra il Nord e le isole maggiori. Un divario che ha spinto l’associazione a presentare nuove segnalazioni all’Antitrust, al Ministero dei Trasporti e all’Enac, chiedendo interventi urgenti.

L’aereo diventa così un lusso, e il treno un piano B che spesso non regge. Gli Intercity diretti in Sicilia richiedono oltre venti ore di viaggio e sono già completi. Restano combinazioni complesse: Frecciarossa fino alla punta della Calabria, attraversamento in traghetto, poi coincidenze regionali o pullman. Un percorso lungo, faticoso, che trasforma il rientro per le feste in una prova di resistenza.

Il tema non è solo economico. Per questo sul caro voli intervengono anche realtà culturali e civiche, che parlano apertamente di disuguaglianza territoriale. Tornare nella propria regione per Natale non dovrebbe dipendere dal reddito o dalla fortuna di trovare una tariffa “accettabile”. Eppure, per milioni di fuori sede, è esattamente ciò che accade.

Bonus caro voli e Sicilia Express: le misure della Regione non bastano

Nel tentativo di arginare l’emergenza, la Regione Siciliana ha prorogato il bonus caro voli fino a febbraio, includendo il periodo natalizio. Lo sconto del 25% sul prezzo del biglietto è riservato ai residenti, e sale al 50% per alcune categorie prioritarie. Una misura che attenua l’impatto, ma che non riguarda chi vive stabilmente fuori dall’Isola.

Accanto ai contributi, restano le tariffe in continuità territoriale su alcune rotte specifiche e il ritorno del “Sicilia Express”, il treno speciale a prezzo calmierato. Il convoglio, in partenza il 20 dicembre e di ritorno il 5 gennaio, offre biglietti simbolici, ma i posti sono limitati. La Regione sta provando a replicare l’esperienza con un secondo treno, altri 600 posti, ma il nodo è tecnico: la saturazione delle linee ferroviarie nel Centro Italia rende l’operazione tutt’altro che semplice.

L’assessore ai Trasporti Alessandro Aricò rivendica le iniziative già adottate, come la cancellazione dell’addizionale comunale in alcuni aeroporti minori, dove si sono visti effetti concreti in termini di collegamenti. Diverso il caso di Palermo e Catania, dove l’abolizione della tassa richiederebbe risorse molto più consistenti, difficili da sostenere con i soli fondi regionali.

Intanto, a livello nazionale, l’Antitrust si prepara a presentare un rapporto sugli algoritmi di prezzo applicati alle rotte per Sicilia e Sardegna. Al centro, la questione della trasparenza: capire quanto costa davvero un biglietto può richiedere decine di passaggi, tra servizi opzionali e supplementi che emergono solo alla fine della procedura.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Mentre alcune tratte europee o intercontinentali restano sorprendentemente accessibili, rientrare a casa per Natale dallo stesso Paese diventa un privilegio. E così, anche quest’anno, per molti siciliani il dilemma è lo stesso: pagare cifre spropositate o rinunciare alle feste in famiglia. Una scelta che, ormai, accompagna il Natale con la stessa regolarità delle luci e dei brindisi, ma con un retrogusto fortemente più amaro.

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