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Caporalato Grafica Veneta: i manager chiedono il patteggiamento e offrono 200 mila euro agli operai

Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton, rispettivamente amministratore delegato e responsabile della sicurezza di Grafica Veneta di Trebaseleghe (Padova),  coinvolti nell’inchiesta su intermediazione illecita di manodopera e violenze ai danni di 11 operai pakistani che lavoravano in appalto per la ditta, hanno presentato richiesta di patteggiamento.
A cura di Davide Falcioni
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Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton, rispettivamente amministratore delegato e responsabile della sicurezza di Grafica Veneta di Trebaseleghe (Padova),  coinvolti nell'inchiesta su intermediazione illecita di manodopera e violenze ai danni di 11 operai pakistani che lavoravano in appalto per la ditta, hanno presentato richiesta di patteggiamento. I due sono dunque fuori dal processo, poiché la loro posizione è stata stralciata rispetto agli altri imputati.

La circostanza è emersa stamattina durante l'incidente probatorio previsto in tribunale a Padova, e che doveva prevedere l'ascolto delle vittime, ma che è stato rinviato al 9 ottobre. Il rinvio si deve in parte alla richiesta degli avvocati difensori degli altri imputati di avere più tempo per leggere gli atti dell'inchiesta. I due manager hanno proposto un risarcimento di 200 mila euro alla Comunitá pakistana, ma la Procura è intenzionata ad ascoltare le vittime.

L’indagine era iniziata nel maggio dell'anno scorso in seguito alla denuncia di undici pakistani che erano stati picchiati a sangue nelle strade dell’Alta Padovana e del Piovese. Le vittime avevano riferito ai carabinieri di turni massacranti di ore a inscatolare e etichettare libri a Grafica Veneta, 7 giorni alla settimana, senza ferie, in cambio della restituzione di parte dello stipendio ai "caporali" della ditta BM service di Trento, gestita da padre e figlio pakistani, vincitrice di un appalto all’azienda padovana. L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Andrea Girlando, si è allargata alle società italiane committenti che richiedevano il lavoro degli stranieri e per l’accusa anche parte della dirigenza di Grafica Veneta era perfettamente a conoscenza dello sfruttamento degli operai pakistani, sia per quanto riguarda i massacranti turni di lavoro che per la sorveglianza a vista a cui erano sottoposti. Erano, inoltre, ben consapevoli delle degradanti condizioni di lavoro e della mancata fornitura dei Dpi (protezioni da rumori, scarpe antinfortunistiche). La situazione ha comportato un tentativo di elusione dei controlli, edulcorando e/o eliminando dai server informatici gran parte dell’archivio gestionale che registra gli ingressi e le uscite dei lavoratori.

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